Pixel Art agli Uffizi e al Museo Egizio. Edizione Speciale Musei per i celebri chiodini di Quercetti. Il classico gioco di composizione s’ispira ai puntinisti di fine ‘800

La celebre Cupola del Brunelleschi, un primo piano del David di Donatello e un dettaglio della Venere del Botticelli: sono tutti i principali simboli di Firenze, trasformati in gioco da tavolo, appositamente per gli Uffizi. La Quercetti & C., storico marchio italiano del giocattolo nato a Torino, ha infatti creato una linea di giochi di […]

La celebre Cupola del Brunelleschi, un primo piano del David di Donatello e un dettaglio della Venere del Botticelli: sono tutti i principali simboli di Firenze, trasformati in gioco da tavolo, appositamente per gli Uffizi. La Quercetti & C., storico marchio italiano del giocattolo nato a Torino, ha infatti creato una linea di giochi di composizione a chiodini, dedicata ad alcune fra le più importanti realtà museali del mondo: Pixel Art Edizione Speciale Musei. Quella realizzata per gli Uffizi, ed acquistabile esclusivamente presso il Book Shop della Galleria d’Arte Fiorentina, permette di riprodurre i tre famosi soggetti già citati. Mentre, l’edizione per il Museo Egizio di Torino, considerato, per il valore dei reperti, il più importante al mondo dopo quello del Cairo, comprende invece i Pixel Art dedicati al famoso Faraone Bambino Tutankhamon e il celebre volto di Merit. Il celebre “chiodino”, un classico del giocattolo, ha in realtà origini francesi: il suo inventore Pierre Malengé, la cui azienda a conduzione famigliare deteneva il brevetto del Coloredo, sembra che operasse nel campo della grafica ed è ipotizzabile che proprio i processi di stampa a colori con il retino a puntini (quadricromia) siano all’origine di questo gioco, poi fatto suo da Alessandro Quercetti nel 1953. Fino alla storia recente delle tavolette traforate modulari, da completare con 4,800 chiodini in 6 colori dell’attuale linea Pixel Art che ha un’origine puramente artistica. L’ispirazione viene dal lavoro degli artisti puntinisti di fine Ottocento. E, più recentemente, dal lavoro delle Avanguardie Artistiche che si sono servite dei chiodini Quercetti per realizzare opere d’arte e quadri che assumono un’estetica che si può definire “pixelata”, dove l’immagine è divisa in puntini, come appunto fossero pixel. L’opera Figura n° 37 del 1966, realizzata dall’artista fiorentino Antonio Bueno, così realizzata, è ancora oggi visibile presso la Gam di Torino.

http://www.quercetti.com

Pixel Art al Museo Egizio

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Redazione

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