Lo Strillone: la contessa Greffulhe, antesignana del selfie a Parigi e su La Repubblica. E poi Touraine secondo Gregotti, i conti della Fondazione Torino Musei

“Esperta della messa in scena di sé (e per questa considerata un’antesignana del selfie), appassionata di politica, arte, musica e letteratura, sposa tradita e madre egocentrica è stata dipinta da Paul-César Heileu, fotografata da Nadar e ha ispirato la duchessa de Guermantes nella Ricerca del tempo perduto di Marcel Proust che scrisse di lei: ‘Tutto […]

Esperta della messa in scena di sé (e per questa considerata un’antesignana del selfie), appassionata di politica, arte, musica e letteratura, sposa tradita e madre egocentrica è stata dipinta da Paul-César Heileu, fotografata da Nadar e ha ispirato la duchessa de Guermantes nella Ricerca del tempo perduto di Marcel Proust che scrisse di lei: ‘Tutto il mistero della sua bellezza sta nel bagliore che emana. Non ho mai visto una donna così bella’”. Tutto, ciò, leggendo La Repubblica, fu la contessa Greffulhe, ora protagonista di una mostra al palazzo Galliera di Parigi fino al prossimo 20 marzo. “Quaranta capi sontuosi, dallo spettacolare abito verde in satin e velluto donato dallo zar Nicola II e rielaborato dalla maison Worth al cappotto di Jeanne Lanvin bordato di pelliccia, ogni pezzo riflette il suo gusto per l’eccezionale. ‘Come i dandy dell’epoca, desiderava qualcosa che la rendesse differente dagli altri’, ha spiegato Olivier Saillard, direttore del museo e commissario dell’esposizione: ‘Si diceva – aggiunge Saillard – che se un uomo di Stato si trovava a Parigi doveva passare da rue Astorg dai Greffulhe prima di andare dal presidente della Repubblica’”.

Soltanto la coscienza collettiva può salvare gli individui (e l’arte)”. Sul Corriere della Sera Vittorio Gregotti analizza le tesi del sociologo Alain Touraine a partire dal libro Nous sujets humaines: il futuro si fonda “sulla possibilità di uscire dal caos del presente in cui la scala dei valori oggi praticati sembra voler sommergere ogni possibilità futura. Ed è offerta da quello che egli definisce ‘il ritorno al soggetto’ inteso come unica risposta che può proporre una restituzione dei rapporti umani quale fondamento di una nuova società. Opponendosi alla ‘distruzione della modernità’ (che ha avuto il merito di farci passare dal sacro al soggetto) da parte dei modernizzatori che vogliono invece utilizzare i suoi principi a loro profitto esclusivo”. Fondazione Torino Musei, bilancio 2015 in pareggio. Il Sole 24 Ore butta un occhio sui conti dell’istituzione piemontese, compresi i dati dei visitatori: “789.680 con un aumento del 38% sul 2014 con 27 mostre e 268 eventi complessivi nei quattro musei della Fondazione. Il Mao e il Borgo Medievale hanno superato i 100mila visitatori e la Gam ora conta quasi 400mila presenze e Palazzo Madama ne conferma 200mila”.

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Massimo Mattioli

Massimo Mattioli

É nato a Todi (Pg). Laureato in Storia dell'Arte Contemporanea all’Università di Perugia, fra il 1993 e il 1994 ha lavorato a Torino come redattore de “Il Giornale dell'Arte”. Nel 2005 ha pubblicato per Silvia Editrice il libro “Rigando dritto.…

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