Paris Photo chiude in anticipo. E si solleva il problema degli indennizzi, non previsti per cause di forza maggiore. “Indecente parlarne ora”: così gli organizzatori della fiera

Avrebbe dovuto chiudere domenica 15 novembre, ma Paris Photo ha seguito la sorte dei musei parigini e di tutte le istituzioni culturali dell’Île-de-France e, su iniziativa del Ministro della cultura e del Primo ministro Manuel Valls, ha serrato le porte del Gran Palais già da sabato. Per questioni di sicurezza pubblica prima di tutto, ma anche in segno […]

Avrebbe dovuto chiudere domenica 15 novembre, ma Paris Photo ha seguito la sorte dei musei parigini e di tutte le istituzioni culturali dell’Île-de-France e, su iniziativa del Ministro della cultura e del Primo ministro Manuel Valls, ha serrato le porte del Gran Palais già da sabato. Per questioni di sicurezza pubblica prima di tutto, ma anche in segno di lutto per le vittime della lunga notte di venerdì 13.

PARIS PHOTO CHIUDE IN ANTICIPO. LA SICUREZZA PRIMA DI TUTTO
Lo scorso sabato si sono riuniti il presidente della Réunion des musées nationaux – Grand Palais Jean-Paul Cluzel, il suo team, Michel Filzi, presidente della Reed Exhibitions France – che organizza la kermesse fotografica – accompagnato dal direttore Michel Vilair e da Jean-Daniel Compain, a capo del polo Cultura, tempo libero e lusso. Sul tavolo, la chiusura anticipata della fiera: “La prima reazione di tutti, comprese molte gallerie, è stata di non cedere, di rimanere aperti”, spiega Compain. “Dopo questa reazione emotiva, morale, abbiamo pensato che saremmo stati responsabili di migliaia di persone. L’anno scorso di sabato abbiamo avuto oltre 13mila visitatori. Non mi sono sentito in diritto di accollarmi il rischio per gli espositori, i nostri dipendenti e il pubblico in generale. Non si tratta più di terrorismo mirato, ma di terrorismo di massa”. Così si è deciso di interrompere la fiera e di rimborsare i biglietti d’ingresso per il weekend acquistati in anticipo.

INDENNIZZI ALLE GALLERIE? È INDECENTE PARLARNE ORA
E invece alle 144 gallerie e ai 26 editori spetterà un qualche tipo di indennizzo? Jean Daniel Compain giudica “indecente” in questi giorni di lutto sollevare la questione e pensare alle conseguenze finanziarie per la Reed Exhibitions. “Abbiamo l’assicurazione. La mia preoccupazione in questa domenica 15 novembre è di aiutare gli espositori a smantellare e tornare a casa il più presto possibile. Per il momento nessuno di loro mi ha posto la domanda”. A quanto riporta Le Journal des arts, il bimestrale francese dedicato all’arte e alla cultura, pare, invece, che alcuni la domanda l’abbiano già rivolta ai rispettivi avvocati. Ma dal momento che la fiera è stata chiusa in anticipo per cause di forza maggiore, poco avranno da reclamare. “È una situazione talmente eccezionale. I pensieri sono altrove al momento. Non credo che nessuno dei miei colleghi se ne stia preoccupando”, ci riferisce invece da Parigi Giampaolo Paci, dell’omonima galleria bresciana, tra le italiane di questa edizione 2015.
Starà all’organizzazione di Paris Photo decidere se rimborsare a galleristi ed editori parte del contratto di locazione o corrispondere un indennizzo, così come fecero nel 2013 gli organizzatori della fiera Abu Dhabi Art, dopo i danni causati da una tempesta di sabbia, nonostante a livello assicurativo non spettasse niente alle gallerie. Ma non ora. Ora – e non sarebbe umano il contrario – si pensa solo che gli unici rimborsi che Parigi vorrebbe non sono, purtroppo, sul tavolo di nessuna trattativa.

Marta Pettinau

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Marta Pettinau

Marta Pettinau

Marta Pettinau nasce ad Alghero nel 1984, dove al momento vive e lavora. Ma con la valigia in mano. Laureata a Sassari in Scienze dei Beni Culturali, ha conseguito nel 2011 la laurea specialistica in Progettazione e Produzione delle Arti…

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