Gli SOS dei clochard come opere d’arte. Sabine Delafon fotografa e ristampa i cartelli dei mendicanti. Il ricavato va in beneficenza

STORIE DI MENDICANTI E DI CARTELLI. POSTER E T-SHIRT, FRA ARTE E BENEFICIENZA Sempre più irresistibile, per gli artisti, la voglia di sociale, con un’attenzione forte per le dinamiche degli spazi urbani e per le micro comunità umane che li abitano. Un vero e proprio slancio ricorrente – in molti casi autentico, in altri solo […]

STORIE DI MENDICANTI E DI CARTELLI. POSTER E T-SHIRT, FRA ARTE E BENEFICIENZA
Sempre più irresistibile, per gli artisti, la voglia di sociale, con un’attenzione forte per le dinamiche degli spazi urbani e per le micro comunità umane che li abitano. Un vero e proprio slancio ricorrente – in molti casi autentico, in altri solo mediatico – che ha generato e sta generando una fenomenologia diversificata.
Esempio recente è quello di Sabine Delafon, che col progetto “Ho fame” si concentra sulla realtà durissima degli homeless e dei questuanti metropolitani. Da oltre un anno l’artista – nata a Grenoble, italiana d’adozione – acquista dai mendicanti i cartelli su cui sono impresse semplici richieste di solidarietà. O meglio, nello specifico, sono tutti cartelli in cui si dichiara di aver “fame”.
Dopo un contatto verbale Delafon fotografa gli SOS di cartone, quindi li stampa in bianco e nero in formato 100 x 70, inserendo la scritta ‘Fill the blank in you and be part of this art project www.iamhungry.it. I poster, realizzati ognuno in 10 esemplari e venduti al costo di 120 euro, sono anche un mezzo per recuperare fondi a scopo benefico: un terzo del ricavato copre la produzione, un altro va all’artista e la restante parte viene devoluta alla Fondazione Banco Alimentare Onlus. Per chi preferisse invece le t–shirt – sempre in edizione limitata – bastano solo 80 euro. Il tutto documentato sul sito ufficiale dell’operazione.

Sabine Delafon, Ho Fame, 2015

Sabine Delafon, Ho Fame, 2015

COME ANDRES SERRANO, UN ANNO FA
“Ho fame”, grido d’aiuto elementare, dallo spazio rude della strada si sposta verso una dimensione simbolica, diventando uno status generale, con molte declinazioni possibili: fame di cibo, d’amore, di bellezza, di contatto, di conoscenza, di luoghi, di storie.
Il progetto richiama “Signs of the Times” di Andres Serrano, dedicato ai clochard di New York: il noto artista americano aveva catturato nel 2014 il volto più disperato della Grande Mela, cogliendo la sofferenza e la solitudine spalmate lungo i margini della megalopoli. I famosi cartelli di cartone erano, anche in quel caso, al centro del lavoro. Serrano, però, sceglieva di acquistarli, dando in cambio 20 dollari ai mendicanti. Ne è nata una collezione eloquente di messaggi essenziali rivolti ai passanti: poetici, secchi, pragmatici, ironici, spesso semplici variazioni del classico “Hungry, please help”. Coincidenze creative, fra ricerca relazionale e spinta sociale, da un capo all’altro dell’Oceano.

– Helga Marsala

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, giornalista, editorialista culturale e curatrice. Ha innsegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a…

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