Roma, reportage da un graffiti day. Celebrando Crash Kid: immagini, memorie, emozioni. La scena hip-hop e il nuovo muro dedicato a un fratello scomparso

LA GRANDE ADUNATA HIP-HOP Era da tempo che la comunità capitolina del writing non si concedeva una giornata così. La jam di graffiti, organizzata in memoria di Crash Kid – re del breaking e del fermento hip-hop italiano, negli anni ’80 e ’90 – è stata come una boccata d’aria fresca, tra revival dei tempi […]

LA GRANDE ADUNATA HIP-HOP
Era da tempo che la comunità capitolina del writing non si concedeva una giornata così. La jam di graffiti, organizzata in memoria di Crash Kid – re del breaking e del fermento hip-hop italiano, negli anni ’80 e ’90 – è stata come una boccata d’aria fresca, tra revival dei tempi andati e ritrovate sinergie. Lo stupore era diffuso. Per via dello slancio, dell’organizzazione e della partecipazione; per tutta la fatica spesa lungo i molti mq da imbiancare e poi da reinventare, dipingendo 12 ore di fila. E per quel senso di famiglia originario che fonda certe culture metropolitane: un po’ perdutosi per strada e qui, improvvisamente, ridestato.

TheJam2 - Roma, Crash Kid day - 3 ott 2015

TheJam2 – Roma, Crash Kid day – 3 ott 2015

C’erano tutti, o quasi. Da Napal Naps a MC Shark, da Zero-T a Flycat, da 00199 a Dayaki, da Clown a Stand, da Iceone a Urban Force. Vecchie glorie della scena romana, compagni di strada giunti da tutta Italia, un po’ attempati, cambiati, molti convintisi ad appendere il “mestiere” al chiodo, già una vita fa. E con loro i più giovani e pure i ragazzini, a condividere una celebrazione affettuosa, ribadendo il senso dell’essere comunità: dipingere, suonare, ballare, contro il vuoto del sistema e a favore di grammatiche nuove; tracciando un confine fra ciò che ha valore e ciò che si svende, in assenza di un’etica generazionale. Ovvero: condivisione, pratiche dal basso, indipendenza dei processi, l’illegalità creativa come forma di resistenza e – successivamente – la legalità come altra possibilità, restando quel che si è ma senza spingere il conflitto verso la maniera.

TheJam2 - Roma, Crash Kid day - 3 ott 2015 - TheJam2 - Roma, Crash Kid day - 3 ott 2015 - la targa per Massimo Colonna

TheJam2 – Roma, Crash Kid day – 3 ott 2015 – TheJam2 – Roma, Crash Kid day – 3 ott 2015 – la targa per Massimo Colonna

UNA TARGA, UN WALL E UN RITRATTO. LA NUOVA GALLERIA (MASSIMO) COLONNA
Crash Kid è morto, coi suoi 26 anni d’entusiasmo e forse d’inquietudine, nel 1997. Nello stesso posto in cui allora nacque un wall in suo onore – cancellatosi col tempo e poi imbiancato – il 3 settembre 2015 è avvenuta una grande reunion. Il Comune stesso aveva chiesto di rimpiazzare quel murale, lungo l’ampio sottopasso tra Via Volpato e via Ettore Rolli, nei pressi di Piazzale della Radio. Ma la scelta non poteva che portare a un secondo tributo, dopo quasi 20 anni. Stavolta con tanto di targa ufficiale: “A Massimo ‘Crash Kid’ Colonna, che girò di testa sul mondo. I tuoi amici e le tue amiche ti ricordano con affetto. Peace”. Niente enfasi o cerimonie. Semplicemente una festa tra fratelli, salutando la “nuova Galleria Colonna”: doppia citazione perfetta, che riporta a quello storico ritrovo urbano in cui tutto cominciò, 30 anni fa, fra le acrobazie dei primi b-boy, rapper e graffitari romani.

L’appuntamento, dopo la giornata trascorsa arrampicati fra scale e trabattelli, era allo spazio occupato Acrobax, dominato da una strepitosa facciata di Blu, tra i più bei murales della Capitale. Rap, breaking, dj set, per una sfilza di battle e di live, su tutti Danno (Colle Der Fomento) con Kaos One; e poi ricordi, chiacchiere, considerazioni intorno al senso di un’appartenenza. Coi valori di Crash a fare da sfondo, anzi, da struttura. Essere generosi nella pratica dell’arte; avvicinare nuova gente al verbo; mostrare la strada a chi, dai margini, cerca il suo riscatto. E spartirsi emozioni, sperimentazioni, viaggi, talenti, usando la strada come pista, come laboratorio; strada che diventa la più cruda metafora di un mondo da riprendersi in mano, essendo giovani non per disincanto, ma nella responsabilità (magari ingenua) di cambiare le cose e di trovare spazio. Per dirla con Massimo Canevacci, da una sua vecchia intervista sul fenomeno del writing, “un modo per tentare di distinguere la propria voce nel frastuono generale“.

TheJam2 - Roma, Crash Kid day - 3 ott 2015

TheJam2 – Roma, Crash Kid day – 3 ott 2015

In mezzo ai tanti pezzi – alcuni molto belli – che illuminano adesso quel sottopasso di Roma, c’è un mega ritratto di Crash Kid, incorniciato da un graffito. Una specie di effige, piazzata su uno dei due ingressi. Lo firmano Diamond e Solo, magistralmente. Gli occhi sorridenti sono quelli di Crash, proprio come il sorriso lieve. E l’aria è la stessa di chi – come scrissero allora gli amici, annunciandone la scomparsa – sta ancora cercando “un pezzo di linoleum su cui spaccare”. Headspin e passione, all’infinito.

– Helga Marsala

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, giornalista, editorialista culturale e curatrice. Ha innsegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a…

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