La Francia pubblica il catalogo completo di Hermann Göring. Che rivela i dettagli della collezione di opere d’arte del leader nazista

Aveva un paio di Renoir in sala da pranzo, Hermann Göring: l’anima nera e negli occhi i colori dell’Impressionismo. Ma i due dipinti non erano gli unici capolavori che il braccio destro di Hitler annoverava nella sua collezione d’arte. Appesi in bella vista nella sua elegante tenuta fuori Berlino o stipati chissà dove, c’erano anche tele di […]

Aveva un paio di Renoir in sala da pranzo, Hermann Göring: l’anima nera e negli occhi i colori dell’Impressionismo. Ma i due dipinti non erano gli unici capolavori che il braccio destro di Hitler annoverava nella sua collezione d’arte. Appesi in bella vista nella sua elegante tenuta fuori Berlino o stipati chissà dove, c’erano anche tele di Botticelli, Dürer, Cranach, Velázquez, Monet e van Gogh. Erano quasi 1800 le opere – tra cui più di 1300 dipinti e 250 sculture – che il leader nazista riuscì ad accumulare nella sua vita, per lo più sottraendole alle famiglie ebree perseguitate e spedite nei campi di concentramento.
È quanto si apprende dal catalogo dove Göring teneva accurata traccia di ogni nuova “acquisizione”. Scoperto dai soldati francesi tra i suoi effetti personali alla fine della Seconda Guerra Mondiale e, successivamente, custodito negli archivi diplomatici di Parigi, il manoscritto è stato pubblicato integralmente dalla casa editrice francese Flammarion, una settimana fa, con la collaborazione del governo e, in particolare, del Ministro degli Esteri Laurent Fabius, discendente di una famiglia di mercanti d’arte ebrei, anche loro depredati dai nazisti in tempo di guerra.

Adolf Hitler ed Hermann Göring

Adolf Hitler ed Hermann Göring

Nell’inventario, scritto a mano in corsivo, un numero progressivo identifica ogni pezzo della collezione, di cui Göring indicava con precisione nome, autore, descrizione, origine e collocazione. Le prime opere furono registrate nel 1933, tra le poche che il capo della Gestapo acquistò o che gli furono regalate: si tratta perlopiù di paesaggi nordeuropei, di nature morte e dipinti a soggetto religioso o storico-mitologico. Sfogliando il catalogo, la situazione cambia a partire dal 1939, quando i nazisti iniziarono ad operare una sistematica razzia di opere d’arte. Nel 1940, furono catalogati centinaia di dipinti dall’Olanda e circa 600 provenienti soltanto da Parigi. Nei mesi cruciali del 1944, Göring impacchettò la sua collezione e la spedì su un treno diretto verso il confine austriaco; il carico fu intercettato dagli Alleati prima che potesse giungere a destinazione e mandato a Monaco dove le opere furono inventariate; ma nel processo molte non riuscirono a tornare ai legittimi proprietari o ai loro eredi. Chissà che il libro appena pubblicato non torni utile a recuperare qualche opera perduta.

– Marta Pettinau

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Marta Pettinau

Marta Pettinau

Marta Pettinau nasce ad Alghero nel 1984, dove al momento vive e lavora. Ma con la valigia in mano. Laureata a Sassari in Scienze dei Beni Culturali, ha conseguito nel 2011 la laurea specialistica in Progettazione e Produzione delle Arti…

Scopri di più