A Sassari, apre il Museo Cetti. La casa dell’artista Aldo Tilocca, ex Greta Frau, diventa uno spazio culturale. Con un opening in notturna. Tra tarocchi, performance e attivismo

IL MUSEO CHE INAUGURA DI NOTTE Sassari, Piazza d’Italia. Manca poco alla mezzanotte e nel salotto buono della città qualcuno ancora si attarda, in una sera di fine estate. Nel lato opposto al Palazzo della Provincia, sul citofono del numero 9 si legge Museo Cetti. Al primo piano, sulla porta, l’imperativo “bussa”. Accoglie i visitatori, […]

IL MUSEO CHE INAUGURA DI NOTTE
Sassari, Piazza d’Italia. Manca poco alla mezzanotte e nel salotto buono della città qualcuno ancora si attarda, in una sera di fine estate. Nel lato opposto al Palazzo della Provincia, sul citofono del numero 9 si legge Museo Cetti. Al primo piano, sulla porta, l’imperativo “bussa”. Accoglie i visitatori, uno schermo che mostra la salma di una donna. Sembra una fotografia di altri tempi, ma fermando lo sguardo si avverte che si tratta di un video: le mani della defunta incrociate sul ventre si muovono appena, “un po’ è morta, un po’ non lo è”. L’aria è fumosa e le luci sono basse. Le candele sparse ovunque illuminano oggetti di ogni foggia e provenienza: nella sala d’ingresso, nel secondo salotto, nello stretto corridoio, nella piccola cucina che si affaccia su un tetto calpestabile, dove due personaggi bendati, un uomo e una donna, si abbracciano come a consolarsi, reggendo con un filo la bandiera di Sassari. C’è una tartaruga che, a dispetto della sua natura, guizza da una parte all’altra, un gatto nero che pare indifferente alla momentanea invasione della sua casa, una scritta scrostata sulla parete della cucina, “I love my kitchen”, un cartello stradale modificato che avverte “resilienti autorizzati”; una finestra che dà su Piazza d’Italia e che si presterà a pulpito da cui lanciare comunicazioni e slogan.

Museo Cetti

Museo Cetti

DA GRETA FRAU A ANDY BEUYS: LA NUOVA IDENTITÀ DI ALDO TILOCCA
Il padrone di casa è seduto a un tavolino nella sala all’ingresso: conversa con i suoi ospiti, legge i tarocchi e dispensa consigli di vita. È Aldo Tilocca, sino al 2008 conosciuto come Greta Frau. Per quasi dieci anni si è dedicato a dipingere con ossessione, ripetizione e successo di mercato, ritratti femminili a olio di piccolo formato: la posa frontale, il volto austero, la scriminatura al centro, la divisa nera con colletto bianco da scolaretta. Ora, invece, si presenta come Andy Beuys, metà Warhol e metà Joseph, un po’artista glamour, un po’ sciamano e attivista che fa della sua casa uno spazio indipendente, “non un posto per l’arte, ma un luogo dove prendere coscienza ed essere attivi a livello sociale e culturale. Ma non per finta.
La casa-museo appena inaugurata prende il nome da Francesco Cetti, personaggio che dalla Germania fu mandato in Sardegna nel 1765, con l’incarico di migliorare il livello dell’educazione nell’isola. Forse è così che si sente lo stesso Tilocca, dopo aver fatto ritorno da Berlino a Sassari qualche anno fa: un forestiero in patria con la voglia di fare qualcosa di concreto per migliorare la sua terra. Con questa pseudo veglia funebre in memoria di Greta Frau, l’artista si reinventa e apre la sua abitazione alla piazza e “alla cultura in tutte le sue forme, per gli appassionati, i delusi, i curiosi, i mecenati.”
Nella nostra photogallery, qualche scatto dall’inaugurazione in notturna.

Marta Pettinau

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Marta Pettinau

Marta Pettinau

Marta Pettinau nasce ad Alghero nel 1984, dove al momento vive e lavora. Ma con la valigia in mano. Laureata a Sassari in Scienze dei Beni Culturali, ha conseguito nel 2011 la laurea specialistica in Progettazione e Produzione delle Arti…

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