Tino Sehgal delle polemiche. Si accende il dibattito sullo spettacolo del Festival di Santarcangelo dove un danzatore nudo, in mezzo alla strada, orina di fronte al pubblico

“Una chiusura col botto”, è proprio il caso di dire. Negli ultimi due giorni della quarantacinquesima edizione del Festival Internazionale del Teatro in Piazza di Santarcangelo è stato programmato, fra gli altri, (untitled) (2000), l’ultima coreografia creata da Tino Sehgal prima di lasciare la danza per le arti visive: “un assolo maschile che ripercorre la […]

“Una chiusura col botto”, è proprio il caso di dire. Negli ultimi due giorni della quarantacinquesima edizione del Festival Internazionale del Teatro in Piazza di Santarcangelo è stato programmato, fra gli altri, (untitled) (2000), l’ultima coreografia creata da Tino Sehgal prima di lasciare la danza per le arti visive: “un assolo maschile che ripercorre la storia della danza del Novecento”, suggerisce Silvia Bottiroli, direttrice artistica del Festival, in un comunicato stampa redatto a seguito delle polemiche scatenate da questa proposta. A Santarcangelo lo spettacolo è stato in cartellone in una doppia versione: eseguito in strada da Frank Willens e subito dopo riproposto in uno spazio al chiuso da Boris Charmatz.
L’interprete del lavoro è nudo, e al termine orina al centro dello spazio scenico, citazione di un lavoro di Jérôme Bel. (untitled) (2000) è, infatti, uno spettacolo costituito di citazioni: estratti di spettacoli che hanno fatto la storia della danza (da Nijinski a Pina Bausch, da Martha Graham a Mary Wigman, da Kazuo Ohno a Anne Teresa de Keersmaeker, da Merce Cunningham a Trisha Brown, da Yvonne Rainer a Xavier Le Roy, da Isadora Duncan a – appunto – Jérôme Bel) sono eseguiti “da un danzatore solo, messo in relazione a un corpo specifico che è nudo perché spogliato di ogni riferimento temporale ed estetico”, continua Bottiroli. Lo spettacolo, sovvenzionato tra l’altro dal Ministero della Cultura e della Comunicazione francese, dalla Città di Rennes e dal Consiglio Regionale della Bretagna, è stato realizzato al Festival di Santarcangelo grazie al sostegno dell’Institut Français Italia.
Suggerisce Silvia Bottiroli, in merito al contestato finale in cui il danzatore orina al centro dello spazio scenico: “Quest’ultima scena, che parte da Fontaine di Marcel Duchamp e la attraversa abbandonando l’oggetto per lasciare alla scena l’atto, è l’immagine che ha fatto discutere in queste ore a Santarcangelo, dopo essere stata vista da spettatori in diverse città europee e in alcuni dei maggiori festival di danza: un corpo, un danzatore, che si fa fontana, facendo sgorgare uno spruzzo di pipì, nella posa che richiama tra l’altro il Manneken Pis di Bruxelles, una statua considerata un simbolo dai suoi abitanti. Si tratta quindi non già di una facile provocazione, che sarebbe peraltro puerile e poco efficace, ma di una dichiarazione rispetto al rapporto tra danza e storia, tra dimensione dell’arte e dimensione della vita individuale e politica. E si tratta di un gesto fortemente coreografato, inserito all’interno di un contesto artistico specifico e dichiarato come tale, da uno dei maggiori protagonisti della scena artistica contemporanea”. La ridda di proteste nata sul web è stata alimentata da una immagine “ingannevole” circolata sui social in cui sembra che la pipi colpisca la bocca del performer. (untitled) (2000) in questi quindici anni è stato presentato nei maggiori Festival europei, sia al chiuso che in spazi aperti, senza creare problemi.

– Michele Pascarella

http://santarcangelofestival.com/sa15/

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Michele Pascarella

Michele Pascarella

Dal 1992 si occupa di teatro contemporaneo e tecniche di narrazione sotto la guida di noti maestri ravennati. Dal 2010 è studioso di arti performative, interessandosi in particolare delle rivoluzioni del Novecento e delle contaminazioni fra le diverse pratiche artistiche.

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