Bernabè se ne va dal Palaexpo di Roma. Si dimette in blocco il CdA: niente soldi, impossibile lo svolgimento delle attività

Se il sindaco di Roma Ignazio Marino non fosse già alle prese con le fortissime turbolenze che tutti conoscono, e che ne potrebbero mettere a rischio la stessa permanenza in Campidoglio, ci sarebbe una grossa grana per lui in arrivo anche sul fronte cultural-museale. Forse, tra l’altro, una nuova grana da inserirsi a pieno titolo […]

Se il sindaco di Roma Ignazio Marino non fosse già alle prese con le fortissime turbolenze che tutti conoscono, e che ne potrebbero mettere a rischio la stessa permanenza in Campidoglio, ci sarebbe una grossa grana per lui in arrivo anche sul fronte cultural-museale. Forse, tra l’altro, una nuova grana da inserirsi a pieno titolo nella guerra di nervi in corso tra il sindaco chirurgo ed il Primo Ministro fiorentino. Un vero e proprio terremoto, che oggi ha portato alle dimissioni in blocco di tutti i membri del Consiglio di amministrazione dell’Azienda Speciale Palaexpo. Come dire: alcune delle più grandi strutture culturali della Capitale, Palazzo delle Esposizioni, Scuderie del Quirinale e Casa del Jazz, improvvisamente senza guida.
Le ragioni? Le spiegano direttamente il presidente Franco Bernabé e gli altri membri del CdA Claudia Ferrazzi, Claudo Strinati, Silvana Novelli, Lorenzo Zichichi, con una lettera indirizzata a Marino e al presidente del Collegio dei Revisori dei Conti. Il cui contenuto è facilmente riassumibile nei toni che si possono facilmente immaginare: “Roma Capitale è venuta meno ai propri obblighi finanziari rendendo oggettivamente impossibile lo svolgimento delle attività“, scrive La Repubblica. Membri del CdA davvero sfiancati dai problemi finanziari o ennesimo tentativo di Matteo Renzi, attraverso il fido Franco Benabé, di far terra bruciata attorno al primo cittadino?
Il fatto, inequivocabile, è la scarsissima sintonia dell’amministrazione Marino con la cultura in città. Prima, ai tempi di Falvia Barca, mai riuscita a costruire un rapporto con la Roma culturale, poi con l’assessore Marinelli che, pur dotata di competenze anche tecniche all’altezza, viene costretta ad operare senza una quota minima accettabile, civile e dignitosa di risorse. Marinelli che, su Palazzo delle Esposizioni, la tocca piano: “il CdA del Palazzo aveva degli obbiettivi, questi obbiettivi non sono stati raggiunti: nomineremo immediatamente un commissario per andare avanti“.
Lo stallo del Palazzo delle Esposizioni è comunque solo uno dei mille problemi (parzialmente mitigati dalla risoluzione del bubbone Teatro dell’Opera), basti pensare alle condizioni finanziarie del Macro o allo stato comatoso dell’Estate Romana. Il governo di Ignazio Marino ha più pregi di quelli che traspaiono dalla stampa in queste settimane, ma tra questi non c’è una visione sulla vocazione culturale della città. Proprio no.

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Redazione

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