L’Expo di Milano secondo Studio Italo Rota: dal Padiglione del Vino italiano al Kuwait, passando per la Triennale

Ci sarà ampio spazio (anche) per il vino nel Padiglione Italia: una delle eccellenze tricolori sulle quali il nostro Paese ha scelto di puntare per presentarsi all’imminente Esposizione Universale. Vino a taste of Italy, fresca di presentazione ufficiale all’ultima edizione del Vinitaly, è l’installazione di 2mila mq nella quale la summa della produzione vinicola nazionale […]

Ci sarà ampio spazio (anche) per il vino nel Padiglione Italia: una delle eccellenze tricolori sulle quali il nostro Paese ha scelto di puntare per presentarsi all’imminente Esposizione Universale. Vino a taste of Italy, fresca di presentazione ufficiale all’ultima edizione del Vinitaly, è l’installazione di 2mila mq nella quale la summa della produzione vinicola nazionale raggiungerà piena celebrazione, nella forma di “un percorso emozionale” come sottolineato dal Ministro per le politiche agricole e ambientali Martina, presente a Verona nei giorni scorsi. Voluto e finanziato dal Ministero e da Veronafiere-Vinitaly (rispettivamente con un investimento di 3 e 2 milioni di euro), lo spazio espositivo raccolto in una porzione del Padiglione sviluppato dallo Studio Nemesi & Partners S.r.l. è opera dello studio milanese Italo Rota, presente anche in veste di progettista della partecipazione del Kuwait e come artefice dell’attesto allestimento di Arts& Foods, colossale mostra-evento a cura di Germano Celant in Triennale nonchè unica macro-area ufficiale di Expo Milano 2015 oltre i suoi confini “naturali”.
La grande installazione sul vino, realizzata sotto la guida di un comitato scientifico nominato e presieduto da Riccardo Cotarella, presidente Assoenologi, trova nel coinvolgimento sensoriale il proprio tratto distintivo. Evocativi profumi, dalla varie fragranze dell’uva agli effluvi legati alla produzione nelle cantine, andranno a saldarsi con i suoni caratteristici di quel mondo, dalla natura al legno fino al vetro, richiamando anche l’esperienza del consumo diretto: il risultato di questi stimoli sarà un’esperienza immersiva e avvolgente, nella quale sarà restituita la fortunata tradizione vinicola italiana così intimamente connessa alle specificità del territorio. Non a caso dunque lo stesso Rota ha parlato di “un grande gioco di scoperte”, il cui compimento sarà raggiunto prima nella “Biblioteca del Vino”, dove oltre 1000 etichette nazionale si presteranno ad essere “lette” e analizzata con l’ausilio di sommelier e infine nella “grotta delle viti”, nella quale la memoria di questo glorioso albero verrà richiamata, assieme a quelle dell’ulivo, in nome delle comuni radici mediterranee.

– Valentina Silvestrini

http://www.studioitalorota.it/

 

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Valentina Silvestrini

Valentina Silvestrini

Dal 2016 coordina la sezione architettura di Artribune, piattaforma per la quale scrive da giugno 2012, occupandosi anche della scena culturale fiorentina. È cocuratrice della newsletter "Render". Ha studiato architettura all’Università La Sapienza di Roma, città in cui ha conseguito…

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