Soprintendenza contro Comune: vietato vietare l’abusivismo sul suolo pubblico. Un paradosso? No, cose che succedono a Roma

Qualcuno li fermi. Su una che ne azzeccano, cento ne sbagliano. L’auspicio è che la riforma Bray-Franceschini del Ministero dei Beni Culturali vada presto a regime e che, di conseguenza, Soprintendenze e Direzioni Regionali inizino davvero ad avere meno potere, meno diritti di veto, meno possibilità di interferire in maniera insensata nella vita democratica delle […]

Qualcuno li fermi. Su una che ne azzeccano, cento ne sbagliano. L’auspicio è che la riforma Bray-Franceschini del Ministero dei Beni Culturali vada presto a regime e che, di conseguenza, Soprintendenze e Direzioni Regionali inizino davvero ad avere meno potere, meno diritti di veto, meno possibilità di interferire in maniera insensata nella vita democratica delle nostre città e nelle legittime scelte amministrative di chi le governa. Succede in continuazione ed è qualcosa di completamente illogico: i cittadini eleggono degli amministratori, ma questi non possono prendere delle decisioni perché queste vengono intralciate da archeologi e burocrati. Succede dovunque e, per la sua formidabile stratificazione storico architettonica, soprattutto a Roma. Lo abbiamo documentato tante volte, l’ultima pochissimi giorni fa riguardo a un’opera d’arte contemporanea apparsa a Piazza Navona e prontamente fatta rimuovere. Quella prevista per Piazza di Pietra, invece, neppure ha avuto modo di essere montata: bocciata in partenza benché il Comune la volesse. Ma il Comune appare non contare nulla, benché eletto e espressione del volere dei cittadini, quando si mette di mezzo un Soprintendente o qualche suo funzionario.
Non succede solo con le opere d’arte, però. L’ultima vicenda dalla Capitale vede la Soprintendenza mettere i bastoni tra le ruote al Primo Municipio (quello del centro storico), reo di aver disegnato a terra delle strisce verdi per delimitare gli spazi di occupazione di suolo pubblico dei ristoranti e dei loro tavolini. Grazie alle strisce verdi i ristoranti hanno meno facilità e meno convenienza a montare tavolini di troppo e così le piazze storiche e i monumenti restano libere da abusi. Ebbene questo alla Soprintendenza di Stato non va bene perché la vernice può danneggiare il “sedime stradale”. Tra un po’ proibiranno di realizzare le strisce pedonali per non rovinare l’asfalto? Non è escluso. Sta di fatto che il paradosso delle Soprintendenze arriva alla follia di segnalare il Municipio alla Procura della Repubblica. Avete capito bene: un esposto alla Procura da parte della Soprintendenza non per chi posiziona tavolini abusivi in aree monumentali, ma per chi combatte gli abusi. Ovvio che il sospetto che dietro ci siano degli interessi venga, no?

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Redazione

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