Ecco cosa porterà Israele nel suo padiglione Expo 2015. Scelta intelligente: la vetrina romana del grande evento milanese va in scena all’aeroporto di Fiumicino

L’evento rientra nell’ambito di Roma verso Expo, un progetto nato per promuovere la grande esposizione universale, offrendo agli oltre 140 Paesi che hanno aderito l’opportunità di presentare in location esclusive i loro progetti. Chi ne approfitta? Per ora Israele, che anticipa i temi che saranno trattati all’Expo 2015 con una mostra di presentazione inaugurata ieri […]

L’evento rientra nell’ambito di Roma verso Expo, un progetto nato per promuovere la grande esposizione universale, offrendo agli oltre 140 Paesi che hanno aderito l’opportunità di presentare in location esclusive i loro progetti. Chi ne approfitta? Per ora Israele, che anticipa i temi che saranno trattati all’Expo 2015 con una mostra di presentazione inaugurata ieri e visitabile fino al 24 dicembre al Terminal 3 dell’aeroporto di Fiumicino. La mostra dal titolo Israele si presenta, inaugurata dall’Ambasciatore d’Israele in Italia, Naor Gilon. è strutturata in aree tematiche che anticipano quello che sarà il percorso del padiglione Fields of Tomorrow, progettato dall’architetto David Knafo e realizzato da AVS. Il padiglione sarà scandito in spazi volti a illustrare la storia dell’agricoltura in Israele dalle origini ad oggi. “Israele presenterà anche i suoi volti più svariati come turismo, tecnologia, cultura, accademia e archelogia”, spiega l’Ambasciatore Gilon nel suo discorso. “Ci saranno dei workshop agroalimentari con degli chef, delle conferenze con degustazioni di vino e olio d’oliva d’eccellenza. Si terranno anche una serie di workshop con studenti israeliani e italiani dedicati al design e alla tecnologia, che presenteranno agli studenti italiani i modelli di integrazione fra università, sviluppo e industria. Nell’area del padiglione ci sarà anche una sorpresa culinaria, un ristorante che presenterà la cucina israeliana di oggi che attinge dalle culture giunte in Israele da tutto il mondo, dal sud africa all’Afghanistan, dalla Polonia allo Yemen. Una cucina gustosa e sorprendente“.
In questo percorso si traccia dunque la storia dell’innovazione agricola di Israele e dei cambiamenti sviluppati in soli sessantasei anni, dando risalto alle eccellenze ambientali, paesaggistiche, agricole e tecniche del Paese. Vini, agrumi, ortaggi, fiori come espressione di sviluppo sostenibile e sicurezza alimentare. Ma anche tecnologie innovative, impiegate per ovviare al problema della scarsità delle risorse naturali. Prima fra tutte Netafim, azienda leader nel campo dell’agricoltura grazie alla tecnica di irrigazione a goccia. E’ così che Israele riesce a soddisfare i tre quarti del fabbisogno alimentare nazionale. Come racconta il commissario del padiglione Elazar Cohen, in un’intervista che anticipiamo: “Israele, vista la sua dimensione e le sue poche risorse naturali, non è un fornitore mondiale come può essere il Canada, la Russia o l’Ucraina. Israele può sostenere i bisogni della popolazione locale, ma non può impegnarsi in una esportazione internazionale. Quello che possiamo fare però è fornire al mondo idee e innovazioni. Possiamo fornire prodotti sotto forma di servizi che non dipendono dalla terra o dal numero della popolazione, o dalla quantità di acqua, dipendono piuttosto dall’attitudine del popolo israeliano e dai suoi valori, che si possono far risalire a migliaia di anni fa“.

Giorgia Calò

 

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