C’è anche l’arte italiana alla Biennale del Design di Lubiana. Ecco le immagini della mostra fra memoria e dipendenza. Da Masbedo a Diego Zuelli

Il rapporto dell’essere umano con le cose di cui si circonda, raccontato attraverso i manufatti che diventano simboli di una particolare situazione o memoria. “Prodotti che possono rendere dipendenti e influenzare la vita di ogni individuo, il quale, nel tempo modificando l’aura e l’uso specifico degli oggetti, ha trasformato anche la loro natura di unicità, […]

Il rapporto dell’essere umano con le cose di cui si circonda, raccontato attraverso i manufatti che diventano simboli di una particolare situazione o memoria. “Prodotti che possono rendere dipendenti e influenzare la vita di ogni individuo, il quale, nel tempo modificando l’aura e l’uso specifico degli oggetti, ha trasformato anche la loro natura di unicità, in una produzione seriale destinata a divenire spesso rifiuto e detrito della società”. Sintetizzando: Objects – Memory and addiction: è questo il titolo della mostra curata da Giovanni Viceconte nell’ambito della Biennale del Design di Ljubljana, e allestita presso il MAO – Museo di Architettura e Design della capitale slovena. Una rassegna di videoarte che allinea dodici artisti – tutti italiani, tranne una – le cui opere sviluppano “le qualità estetico-concettuali degli oggetti per mostrarci attraverso la loro particolare visione artistica, come alcuni manufatti recuperati dal ‘caos’ dello scenario globale, possono trasformarsi e generare nuove forme”. I nomi? Da Filippo Berta a Bianco-Valente, Andrea Contin, Elisabetta Di Sopra, Alessandro Fonte, Anna Franceschini, Goldschmied & Chiari, Marcantonio Lunardi, Masbedo, Luigi Presicce, Shawnette Poe, Diego Zuelli. La mostra è visitabile fino al 12 novembre, nella gallery un bel po’ di immagini dall’opening…

www.mao.si

 

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