Belluscone, dopo Venezia. Tutti i premi, gli incassi, le glorie del film di Maresco. E la polemica del produttore: il cinema d’autore? Sta morendo

“Voglio dedicare questo premio a tutti coloro che lo hanno reso possibile mettendoci passione, dandomi in ogni momento fiducia e amicizia, il sentimento per me più bello e importante. Ma voglio dedicarlo anche alla mia Palermo, che tanto mi fa incazzare ma che resta dentro di me la città della mia vita, quella con la […]

Voglio dedicare questo premio a tutti coloro che lo hanno reso possibile mettendoci passione, dandomi in ogni momento fiducia e amicizia, il sentimento per me più bello e importante. Ma voglio dedicarlo anche alla mia Palermo, che tanto mi fa incazzare ma che resta dentro di me la città della mia vita, quella con la luce più bella del mondo”. Con queste parole Franco Maresco riceveva il Premio speciale della giuria per la sezione Orizzonti, al termine della 71° Mostra del Cinema di Venezia, per il suo Belluscone. Una storia siciliana. Un saluto a distanza: il regista, insofferente alla folla e al clamore delle cerimonie, non era in sala. Affidava il suo messaggio al produttore, Rean Mazzone, non dimenticando di rivolgersi a Palermo, da sempre luogo d’ispirazione e di conflitto. Una Palermo racchiusa in una parola sola: bastava la luce, appena evocata, a esprimerne tutta la potenza ed i contrasti, la disperazione e la grazia.

Franco Maresco

Franco Maresco

L’opera di Maresco, un racconto grottesco sulla città, i suoi clan del pop e del malaffare, e il suo rapporto con la figura di Silvio Berlusconi, è arrivato al traguardo veneziano dopo un’odissea fatta di ostacoli, tentennamenti, fili perduti e di nuovo intrecciati. Il risultato? Un non-film geniale, che ha convinto tutti. Oltre al prestigioso premio Orizzonti, Belluscone ha portato a casa il Premio Arca CinemaGiovani e, solo due giorni fa, il riconoscimento come migliorFilm della Critica assegnato dal SNCCI, Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani, diviso con Anime nere di Francesco Munzi e The Look of Silence di Joshua Oppenheimer (quest’ultimo insignito in Laguna col Gran Premio della Giuria).
Grande – e pressoché unanime – il consenso della stampa, con un’ampissima copertura nazionale, tra quotidiani e testate di settore. E in sala? Bene anche su quel fronte. A una settimana dalla première veneziana, Belluscone – distribuito da Parthénos, appendice della Lucky Red – si piazzava già quarto – e primo tra gli italiani – come media copie, arrivando oggi, in soli dieci giorni, a circa 185mila euro di incassi. Immediata è stata la risposta degli esercenti, con l’aumento delle sale da 38 a 48. Segnali confortanti, per un film indipendente, difficile, fuori dagli schemi.

Belluscone - manifesto in edizione limitata

Belluscone – manifesto in edizione
limitata

Ma la strada è in salita, per il cinema non commerciale. Sempre. Ci racconta Mazzone: “Il film, che non ha ricevuto un euro di finanziamento pubblico, sta combattendo una battaglia quasi solitaria contro un sistema di distribuzione ed esercizio di sale determinato da leggi di mercato stritolanti. Il cinema d’autore, almeno in Italia, è destinato a scomparire, visto che non è tutelato da nessuno. Incluso lo Stato, che se ne frega. A prevalere è la logica del kolossal iper tecnologico. Gli esercenti delle sale tradizionali sono a loro volta stritolati da questo sistema mostruoso, e anche volendo non possono tutelare i film d’autore: le pressioni dei distributori e degli agenti regionali sono intollerabili e ricattatorie”. Un bilancio nefasto, quindi? “Sì. Molto presto le monosale chiuderanno definitivamente, resteranno i multiplex, dei nonluoghi agghiaccianti fatti a misura di un pubblico di dodicenni, adulti inclusi”.
Per dare una mano alla macchina produttiva, allora, ci si industria con operazioni creative, battendo tutte le strade. A partire dall’autofinanziamento. È in circolazione in queste ore una special edition del manifesto di Belluscone, disegnato da Sergio Chiovaro con un raffinato bianco e nero dal sapore onirico. Un’edizione da 50, numerata e firmata dal regista, è in vendita per 100 euro, mentre per 20 euro ci si porta a casa una copia semplice. Il ricavato va al gruppo di lavoro che ha consentito l’uscita del film e che affianca Maresco, da anni. Una bottega cinematografica irriverente, alle prese con i destini di una terra violenta. E con la sua luce speciale.

– Helga Marsala

Info manifesti: [email protected]

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, giornalista, editorialista culturale e curatrice. Ha innsegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a…

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