Italiani in trasferta. Rebecca Agnes a Belgrado, con un workshop, una mostra e un libro d’artista. Indagini sulla città, intrecciando lingue racconti, spazi abbandonati

Da diversi anni Rebecca Agnes lavora sul tema dei luoghi scomparsi: storie, presenze, memorie, da rinvenire e ricostruire all’interno di spazi incompiuti, abbandonati, negati, in mutazione, ormai invisibili o irriconoscibili. Spazi che diventano, con l’arte, specchi distorti ma essenziali dell’identità di territori, città, comunità. E sono proprio le comunità di riferimento, spesso e volentieri, a […]

Da diversi anni Rebecca Agnes lavora sul tema dei luoghi scomparsi: storie, presenze, memorie, da rinvenire e ricostruire all’interno di spazi incompiuti, abbandonati, negati, in mutazione, ormai invisibili o irriconoscibili. Spazi che diventano, con l’arte, specchi distorti ma essenziali dell’identità di territori, città, comunità. E sono proprio le comunità di riferimento, spesso e volentieri, a collaborare all’esplorazione messa in atto: procedimenti relazionali, fatti d’ascolto e di scrittura, di narrazioni, di dialoghi e di gesti, in cui si lasciano corrispondere i volti ai luoghi stessi, le biografie dei singoli alle eredità collettive, incarnate dai palazzi, le piazze, i muri, i giardini, i monumenti.
Sulle orme del workshop realizzato nel 2013 a Scicli, in Sicilia, a cui avevano dato un contributo i residenti, lo scorso giugno Rebecca ha portato a termine un’esperienza simile, stavolta oltreconfine. A Belgrado, grazie al sostegno di Movin’Up e alla collaborazione di due realtà locali – Beo_Project, con la direzione di Zara Audiello, e Remont / Independent Artistic Association – l’artista ha provato a ricostruire un ritratto della città, partendo proprio da quei luoghi scoparsi o dismessi, a cui in passato era attribuita una funzione sociale. L’elemento collettivo torna, dunque, passando però da un filtro intimo e personale: sono state le persone coinvolte a disegnare quei frammenti di Balgrado, sul filo di ricordi, sensazioni, interpretazioni soggettive, contribuendo a una mappatura nostalgica fatta di vuoti, mancanze, evocazioni, cancellature, declini.

Rebecca Agnes, The Italian Alphabet Has 21 Letters, 2014 - libro d'artista

Rebecca Agnes, The Italian Alphabet Has 21 Letters, 2014 – libro d’artista

Ma il progetto per Belgrado ha continuato a svilupparsi lungo altre direzioni. Subito dopo, lo spazio ZAVOD – un multiconcept bar cogestito da Zara e Lorenzo Audiello – ha inaugurato la personale dal titolo “The Italian Alphabet Has 21 Letters”: in mostra una serie di ricami hand made, riuniti in un’unica installazione, che ripercorrono – come caselle di un abbecedario imperfetto – oggetti e dettagli dei disegni realizzati dagli iscritti al workshop, mescolati con le lettere dell’alfabeto italiano. E infine un libro d’artista, a cui corrisponde una grande stampa a parete. La breve raccolta illustrata di lettere e parole fa riferimento a lingue diverse, parlate da persone con cui l’artista ha stabilito un qualche tipo di relazione, amicale o professionale. Accostamenti eloquenti da cui emergono, nella straordinaria babele che fonda il pensiero ed il linguaggio, piccole e grandi corrispondenze, fra sistemi di distanze e di prossimità.

– Helga Marsala

Rebecca Agnes
The Italian Alphabet Has 21 Letters
Fino al 7 settembre 2014
A cura di Beo_Project
ZAVOD – Kraljevica Marka 1, Belgrado

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, giornalista, editorialista culturale e curatrice. Ha innsegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a…

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