Paola Gandolfi si racconta ai Martedì Critici, per il settimo appuntamento al Macro di Roma. Pittura, evocazioni classiche e riflessioni sul femminile

Romana, con un background di studi maturato a Bologna, Paola Gandolfi, dopo i primi esperimenti con l’installazione, nel 1980 comincia a dedicarsi alla pittura, che resterà il suo linguaggio principale di riferimento. Una scelta che va subito a collocarsi nell’ambito di quei movimenti artistici di contestazione, nati in contrapposizione al trend imperante impostosi nel corso […]

Romana, con un background di studi maturato a Bologna, Paola Gandolfi, dopo i primi esperimenti con l’installazione, nel 1980 comincia a dedicarsi alla pittura, che resterà il suo linguaggio principale di riferimento. Una scelta che va subito a collocarsi nell’ambito di quei movimenti artistici di contestazione, nati in contrapposizione al trend imperante impostosi nel corso degli anni Settanta: installazione, video, multimediale, performance. Chiunque facesse arte contemporanea, allora, non poteva che passare da quei binari, sorta di imperativo categorico per chi scegliesse la via della ricerca. In Italia, improvvisamente, qualcuno decise di non allinearsi. Nacque così l’Anacronismo, movimento promosso sul nascere da Maurizio Calvesi, che approdò anche in Biennale nel 1984. Tra i principi chiave: il ritorno a un nuovo umanesimo radicato nella cultura europea, la difesa di una identità artistica italiana, la riscoperta della pittura figurativa, il citazionismo e il manierismo come  provocazione e come nuovo gancio col passato, la commistione tra sensibilità contemporanea ed elementi classici, la costruzione di una iconografia basata sull’archeologia del frammento, il remix postmoderno e la manipolazione del bagaglio tradizionale.

Paola Gandolfi

Paola Gandolfi

Paola Gandolfi, con la sua estetica raffinata, colta, non priva di rimandi al surrealismo e alla metafisica (Magritte e de Chirico in testa), è stata tra le principali esponenti del movimento, a cui ha contribuito con una prospettiva tutta al femminile: rispolverando figure emblematiche della mitologia greca o cristiana – da Elettra a Clitemnestra, dalle varie sante cattoliche a Maria Maddalena – il suo lavoro ha messo al centro la dimensione psichica della donna, con varie implicazioni sul piano del corpo e dell’emotività. Tela dopo tela, ma senza escludere lo sconfinamento verso altri linguaggi e a un certo punto superando la cornice dell’Anacronismo, Gandolfi ha tracciato una linea robusta e sfaccettata, che dalle origini della cultura occidentale fino ai tumulti del presente ha raccontato scissioni, traumi, tensioni sociali, esplorando il tema dell’identità, del genere, delle relazioni.
Una figura interessante, per vocazione fuori dai cliché,  da cui ascoltare riflessioni e memorie, insieme ai due critici-curatori-intervistatori Alberto Dambruoso e Guglielmo Gigliotti. Per il settimo talk dei Martedì Critici al Macro di Roma.

– Helga Marsala

13  maggio 2014, ore 19-21
Museo MACRO – via Reggio Emilia 54 / Sala Cinema, Roma
Ingresso: libero
www.imartedicritici.com

 

 

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, giornalista, editorialista culturale e curatrice. Ha innsegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a…

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