C’è un po’ d’Italia a Gibilterra: portano la firma della lombarda CRC gli interni del rinnovato aeroporto. Realizzato dallo studio londinese Bblur

Risponde a una forma di romanticismo tutto speciale la vibrazione alternata della luce rossa, il suono della campanella, l’abbassarsi della sbarra che blocca il traffico in un’attesa spesso imponderabile. Incalcolabile. Il passaggio a livello, quando non hai fretta di catapultarti dall’altra parte, ha il suo discreto fascino; già quando regola il traffico ferroviario, figuriamoci nel […]

Risponde a una forma di romanticismo tutto speciale la vibrazione alternata della luce rossa, il suono della campanella, l’abbassarsi della sbarra che blocca il traffico in un’attesa spesso imponderabile. Incalcolabile. Il passaggio a livello, quando non hai fretta di catapultarti dall’altra parte, ha il suo discreto fascino; già quando regola il traffico ferroviario, figuriamoci nel caso si trovi a filtrare il passaggio di un Boeing! Atavica condizione di unicità quella dell’aeroporto di Gibilterra che, per ovvie ragioni di spazio, vede la sua unica pista incrociarsi con la Winston Churchill Avenue, strada principale del minuscolo avamposto britannico. Fresco di restyling il terminal, completato negli scorsi mesi dall’intervento dello studio londinese Bblur, che a dispetto della giovane età – è sul mercato dal 2008 – si sta facendo un nome nel campo degli spazi per i trasporti: con la realizzazione di un altro aeroporto per charter a Fairnborough e quella della premiata stazione degli autobus a Slough, nel Berkshire, considerata modello di successo.
Un progetto che parla anche italiano quello di Gibilterra: vengono dalla Lombardia gli interni per l’area shop e duty free, ideata dalla lombarda CRC con un design minimale ed elegante, finiture nei toni cali del legno.

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