La miglior foto del 2014? Per il World Press Photo è dello statunitense John Stanmeyer.

Mglior scatto del 2014 per il World Press Photo è quello dello statunitense John Stanmeyer, realizzato per il National Geographic. Il tema è quello dei migranti

Un gruppo di uomini di fronte al mare, immersi nell’oscurità. Le braccia alzate contro il cielo e in mano dei cellulari accesi, uniche luci a rompere il buio, insieme alla luna. Immagine sospesa, che nell’ambiguità della scena trova tutto il suo fascino. Chi sono quegli uomini? Chi cercano, perché puntano all’orizzonte?
Lo scorso 14 febbraio la giuria del World Press Photo – il più celebre premio fotogiornalistico del mondo – ha annunciando ad Amsterdam i vincitori della 57ª edizione. Ed è proprio questo splendido scatto dello statunitense John Stanmeyer, realizzato per il National Geographic, a ricevere l’ambito titolo di “Foto dell’anno”. Signal, come ha sottolineato la giuria, “invita a discutere di tecnologia, globalizzazione, migrazione, povertà, disperazione, alienazione, umanità”. Quegli uomini sono infatti dei migranti, immortalati su una spiaggia di Gibuti, nel corno d’Africa, mentre cercano disperatamente di trovare il segnale di un operatore della vicina Somalia, durante il viaggio verso l’Europa: l’unica speranza per comunicare con le famiglie sempre più lontane. Un modo delicato e non convenzionale per affrontare un tema durissimo, pieno di sfumature, al di fuori dei retorici cliché di riferimento.

Bruno D'Amicis, La volpe zerda, una specie in pericolo

Bruno D’Amicis, La volpe zerda, una specie in pericolo

Sono stati in tutto 53 i premi assegnati per le diverse categorie, che attraversano il mondo dello sport , del ritratto, del paesaggio o dell’attualità. Tre gli italiani che portano a casa un riconoscimento: Bruno D’Amicis, con La volpe zerda, una specie in pericolo (primo premio categoria Nature, sezione singles), commovente immagine di una piccola volpe in cattività, costretta a vivere in un recinto con una corda al collo, in Tunisia; Gianluca Panella, con Gaza blackout (terzo premio categoria General News – sezione stories ), un racconto notturno della vita sulla striscia di Gaza; Alessandro Penso con Sistemazione temporanea (primo premio categoria General News – sezione singles), un campo di profughi siriani allestito in una scuola abbandonata di Sofia.
La mostra con le opere dei vincitori arriva in Italia il prossimo 30 aprile, al Museo di Roma in Trastevere, accompagnata da un book edito da Contrasto.

– Helga Marsala

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, giornalista, editorialista culturale e curatrice. Ha innsegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a…

Scopri di più