Sky Arte update: torna a Torino lo Share Festival, evento dedicato all’incontro tra arte contemporanea e tecnologie di ultima generazione. Tra installazioni multimediali e videogiochi ispirati a Bosch

Accendi la consolle, prendi in mano il joystick. Ma invece di liberare Messi o CR7 sull’erba virtuale di PES arranchi sulle scoscese e inquiete salite che conducono a un calvario fiammingo. Potere dell’immaginazione, resa se non reale certo plausibile dalle nuove tecnologie: protagoniste della nona edizione dello Share Festival di Torino, incontro tra arte e […]

Accendi la consolle, prendi in mano il joystick. Ma invece di liberare Messi o CR7 sull’erba virtuale di PES arranchi sulle scoscese e inquiete salite che conducono a un calvario fiammingo. Potere dell’immaginazione, resa se non reale certo plausibile dalle nuove tecnologie: protagoniste della nona edizione dello Share Festival di Torino, incontro tra arte e digitale in programma nel capoluogo piemontese fino al prossimo 16 novembre. Tra i pezzi forti di quest’anno, dunque, il contest che ha visto sei giovani game designer internazionali cimentarsi nella creazione di un ambiente di gioco ispirato alle atmosfere di Hieronymus Bosch, raccogliendo l’invito della fondazione che nella piccola e misconosciuta ‘s Hertogenbosch si occupa di tenere alto il nome del più celebre concittadino. I concorrenti arrivano da Spagna, Stati Uniti, Olanda, ma i vincitori sono italiani: Cave! Cave! Deus Videt! titola l’applicazione elaborata dal duo milanese We Are Müesli, in ludica esposizione all’Accademia di Belle Arti, insieme agli altri progetti, fino al prossimo 9 novembre. L’Albertina è il cuore delle attività di un evento che ha già portato ai Cantieri OGR i robot di Angelo Comino, maestro concertatore della folle Orchestra Meccanica Marinetti Arcade, e che chiuderà i battenti alle Lavanderie Ramone con l’anteprima italiana di NHWT, performance firmata da Tez. Le sale dell’accademia accolgono infatti anche le sei opere finaliste dello Share Prize: partendo naturalmente dalla vincente. Trattasi di ½ Eighty Eight, parete che Nils Völker anima con una sequenza di neri sacchetti per i rifiuti, che si gonfiano e sgonfiano ritmici, a suggerire il flusso di un respiro. Una parete opprimente, incombente, messaggio chiaro di sapore eco-green. Più aderente all’ambito digitale la performance che Lauren McCarthy conduce via social network, registrando e commentando interazioni tra sconosciuti orchestrate attraverso Amazon Mechanical Turk; lo spazio dell’incontro virtuale è oggetto di ricerca anche per Komplex, che realizza un romanzo da “vivere” via smartphone, mentre gli sloveni Nika Oblak e Primoz Novak propongono con i propri Activists suggestioni in stile Asimov. Armando robot con cartelli di protesta, rivendicazioni meccaniche per un futuro (per loro) migliore.

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