Le notti fetish di Francesco Cabras. In mostra a Milano un reportage fotografico tra i riti del bondage e i locali sado-maso. Consolazioni eretiche ed erotiche, cogliendo l’anima nascosta dell’universo pervert

Le chiama “tecniche di consolazione”. Una definizione che appare un filo incongrua, rispetto all’oggetto dell’indagine. Perché a tutto verrebbe da pensare, a proposito di strategie consolatorie, eccetto che al sesso estremo. Quello spinto oltre il limite, orientato alla perversione, in cui il corpo è spazio eretico per eccellenza, con quella tensione verso il piacere che […]

Le chiama “tecniche di consolazione”. Una definizione che appare un filo incongrua, rispetto all’oggetto dell’indagine. Perché a tutto verrebbe da pensare, a proposito di strategie consolatorie, eccetto che al sesso estremo. Quello spinto oltre il limite, orientato alla perversione, in cui il corpo è spazio eretico per eccellenza, con quella tensione verso il piacere che non conosce contenimento e che sperimenta l’ebbrezza del feticcio. Eppure, nella sua esplorazione della scena fetish, il fotografo romano Francesco Cabras si sofferma su una visione inconsuieta: il ciclo BDSM immortala scene di Bondage, Domination, Sado-Masochism, quasi si trattasse di un anomalo prendersi cura, un’amorevolezza che passa per la sofferenza e il senso di una costrizione artificiale.

Francesco Cabras, BDSM

Francesco Cabras, BDSM

Corpi che si offendono per celebrarsi, che si soffocano per liberarsi, che si affermano negandosi e si tradiscono, per ritrovarsi. E potrà apparire strano, ma nelle pratiche sado-maso il rito della violenza come dominazione o sottomissione corrisponde qui a uno slancio di generosità: offrirsi, in quanto vittima o carnefice, al servizio del desiderio altrui. Così che il confine tra schiavo e padrone, in realtà, diventi non univoco: chi ha in pugno chi, nella reciproca condizione di dipendenza erotica?
I diciannove scatti di Cabras – reportage di costume, fra notti erotiche e underground – sono esposti negli spazi di De Chirico & Udovich Con-Temporary Art, a Milano. Affidati a un bianco e nero sfocato, torbido, elegante, rivelano primi piani stretti, volti nascosti da maschere chiassose, involucri di latex, gabbie e tacchi a spillo, baci, tatuaggi, corpi strizzati, scene spiate nei locali fumosi. Una collezione di frammenti imperfetti, per un romanticismo spregiudicato, malinconicamente dark: tecniche di consolazione, tra vuoto e desiderio. Strizzando l’occhio al Marchese De Sade e all’avventura del piacere come caduta, come insubordinazione.

– Helga Marsala

fino al 22 dicembre 2013
De Chirico & Udovich Con-Temporary Art – Via Tortona 19, Milano

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, giornalista, editorialista culturale e curatrice. Ha innsegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a…

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