La Cina inaugura il Terminal 3 dello Shenzhen Bao’an International Airport di Massimiliano Fuksas. Un chilometro e mezzo di lunghezza, 734 milioni di euro di costo: ecco le immagini

Dopo tre anni di lavori e un investimento di 734 milioni di euro, apre domani – progettato dallo Studio Massimiliano Fuksas – il Terminal 3 dello Shenzhen Bao’an International Airport: sarà il quarto scalo cinese per dimensioni, dopo quelli di Pechino, Shanghai e Guangzhou. Sono attesi fino a 45 milioni di passeggeri all’anno sotto la […]

Dopo tre anni di lavori e un investimento di 734 milioni di euro, apre domani – progettato dallo Studio Massimiliano Fuksas – il Terminal 3 dello Shenzhen Bao’an International Airport: sarà il quarto scalo cinese per dimensioni, dopo quelli di Pechino, Shanghai e Guangzhou. Sono attesi fino a 45 milioni di passeggeri all’anno sotto la grande copertura fluida e dinamica, intervallata da migliaia di pannelli di vetro esagonali. Shenzhen è una megalopoli cinese situata sull’estremità meridionale del paese, ormai una presenza costante nelle classifiche delle città in più rapida crescita nel mondo. Lo Studio Fuksas, presente qui con una delle sue sedi – le altre sono a Roma e Parigi – nel 2008 è risultato vincitore del concorso internazionale indetto dalla società Shenzhen Airport Group Co. Ltd., al quale avevano partecipato alcuni tra i più importanti internazionali studi di architettura, tra cui Foster+Partners e Reiser+Umemoto. Dopo cinque anni dalla competizione, il terminal è pronto per entrare in funzione: è stato stimato che riuscirà ad incrementare fino al 58 % le attuali capacità della struttura, contribuendo alla crescita di Shenzhen anche come meta turistica.
Sviluppato in lunghezza per quasi un chilometro e mezzo, l’intervento trova nella copertura il tratto distintivo: nella sua forma organica, resa attraverso curvature, dilatazioni, restringimenti e pressoché costanti modifiche dell’altezza, è possibile cogliere il riferimento al mondo animale suggerito dalle parole dello stesso Massimiliano Fuksas: “Lo immagino più come una manta, una razza che respira, cambia forma, ha una sua dolcezza, si piega, subisce variazioni, prende luce, rimanda luce, la fa filtrare dentro”. E in effetti gli spazi interni, assecondando i mutamenti dovuti all’involucro esterno senza però subirli passivamente, cercano di relazionarsi con la luce naturale, nonostante ci si trovi in una delle aree dell’Asia in cui la percezione del cielo limpido e dei raggi solari viene, non di rado, messa alla prova dall’inquinamento. Intervallati da pilastri e uniformati da finiture e arredi nei colori bianco e grigio, gli interni si articolano su tre livelli, indipendenti dal punto di vista funzionale- rispettivamente destinati a partenza, arrivi e area di servizio- ma posti in connessione tramite doppie e triple altezze attraverso le quali la luce naturale può raggiungere anche il piano inferiore.
Nel progetto sono stati integrati impianti fotovoltaici e altri dispositivi per sfruttare al meglio la ventilazione naturale. E mentre si attende che la struttura diventi pienamente operativa, sono già state annunciate le date di consegna delle ulteriori due fasi di ampliamento dell’aeroporto, previste nel 2025 e nel 2035.

– Valentina Silvestrini

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Valentina Silvestrini

Valentina Silvestrini

Dal 2016 coordina la sezione architettura di Artribune, piattaforma per la quale scrive da giugno 2012, occupandosi anche della scena culturale fiorentina. È cocuratrice della newsletter "Render". Ha studiato architettura all’Università La Sapienza di Roma, città in cui ha conseguito…

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