Un tour tra gli Independents di ArtVerona. Tourbillion d’installazioni, performance, interazione e 2.0. Su Artribune l’estesa fotogallery

Sono senza dubbio la sezione più stimolante, la più chiassosa – e a tratti la più ingenua – di ArtVerona. Ma, nei loro pregi e difetti, i 26 Independents4 rappresentano un buon termometro per indagare lo “stato di salute” della fiera scaligera. E il tour non può che cominciare da Reverse Lab (Verona), che con […]

Sono senza dubbio la sezione più stimolante, la più chiassosa – e a tratti la più ingenua – di ArtVerona. Ma, nei loro pregi e difetti, i 26 Independents4 rappresentano un buon termometro per indagare lo “stato di salute” della fiera scaligera. E il tour non può che cominciare da Reverse Lab (Verona), che con l’installazione interattiva Far Filò unisce antiche tradizioni e nuove modalità del 2.0, nel costante bisogno di “fare rete”. L’allestimento di tutti gli Independents4 è a cura di Reverse Impresa Sociale, realtà nata nel 2013 in parallelo all’omonima associazione culturale.
La modalità di partecipazione più diffusa è ovviamente quella installativa. Una scelta che, forse, toglie un po’ di brio all’insieme, ma che può dirsi pienamente comprensibile, di fronte alla generale limitatezza di fondi e personale delle realtà underground. Discorso che non vale certo per la Fondazione Bonotto (Molvena – Vi), che pure dà lustro alla sezione con un’istallazione di Gianni Emilio Simonetti. Al suo fianco, Fuoribiennale (Vicenza) propone l’allestimento più stylish, con l’opera Hic Requiescet Corpus Tuum di Yamada Hanako, disposta in un equilibrato rettangolo di piattaforme specchianti. Ha un profumo molto più homemade il progetto di Museo Apparente (Napoli), che utilizza nell’allestimento persino i limoni del giardino di casa, mentre Art Company (Milano) si getta a capofitto Into the Green, con le opere di Mirko Canesi, Giacomo Cossio e Federico Lanaro. No Title Gallery (Pramaggiore – Ve) porta le opere di ben nove giovani artisti, mentre da Scatolabianca (Milano) continua la proiezione del film più lungo del mondo, Tristanoil di Nanni Balestrini. L’artist run space Motel b (Brescia) punta alla transculturalità, con l’Europa di NoiSeGrUp a confronto con la Cina di Wo Bu Shufu/Non mi sento tanto bene (screening video a cura di Alessandro Rolandi). Italian Close-Up IV di Mediars (Como) indaga invece in chiave trasmediale il territorio del lago di Como. Open Show Studio giunge direttamente dal centro storico di Atene, dove per due anni aveva ospitato mostre ed eventi underground (ora in cerca di nuova sede). Lo spazio d’arte Sincresis (Empoli), già sede dal 2006 delle mostre di Alberto Moretti, Remo Salvadori e tanti altri, propone invece il suo recente progetto di residenza d’artista, con una quadrupla installazione.

CUNTemporary

Tra le performance, la parte del leone la fa CUNTemporary (Londra), con un Italian Queer Archive che attira le inevitabili piccole folle di curiosi. Subito a fianco, i veronesi EXP con We are human, programma di performance profondamente radicato nel territorio cittadino. Sponge ArteContemporanea (Pergola – Pu) propone la rassegna Così vanno le cose, che sviluppa il progetto Open Sound presentato nella scorsa edizione di Independents3.
Molti, come di consueto, gli stimoli all’interazione. Dal curioso camper di Apparato Locomotore, che invita a una chiacchierata in intimità con il collettivo “senza fissa dimora” Like a little disaster (Puglia), al gruppo veronese di My home gallery, che si propone come hub d’incontro tra artisti e viaggiatori, con la scenografica installazione a cura di Claire Adams. Save the dream è il percorso realizzato da Utilità Manifesta (Terni), con scelta tra sogno nel cassetto o urlato al megafono, mentre Olivares Cut (Vicenza) offre un Take care corner, per “prendersi cura dell’arte” su poltrona psicanalitica. PASS/O (Scicli – Rg) invita invece al “consumo condiviso” delle sue opere: un gustoso RATTO in cioccolato modicano, realizzato sotto la supervisione del pasticcere Aldo Puglisi.
Tra le proposte più interessanti, il volume Krisis / Orientation del collettivo Unità di crisi, rivista/monografia di gusto socio-enciclopedico. Per i “visitatori smarriti” di ArtVerona è poi prevista una curiosa Deviazione, un “percorso alternativo” in fiera curato da Veronica Liotti e Stefano Franchini. In pieno territorio 2.0, infine, ci sono il progetto NARRARE #borgomaria di Portobeseno (Calliano – Tn), la rivista multimediale di VR_Medialab (Roma) e il blog di Filippo Lorenzin, penna di Artribune e moderatore ad ArtVerona del talk L’opera d’arte nella tasca. La realtà aumentata rivoluzionerà la fruizione della cultura? Tra gli appuntamenti off, Contro Zona interviene sugli spazi della città di Mestre, mentre Microclima (Venezia) organizza FORArt (in collaborazione con Dèsegni, ZeroPerCento e Veniceberg): un’apertura eccezionale del complesso di Porta Vescovo a Verona, con mostra su Carlo Zinelli (visibile ogni sera dalle 18:00 fino a domenica 13 ottobre).

– Simone Rebora

independents.artverona.it

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Simone Rebora

Simone Rebora

Laureatosi in Ingegneria Elettronica dopo una gioventù di stenti, Simone capisce che non è questa la sua strada: lascia Torino e si dedica con passione allo studio della letteratura. Novello bohémien, s’iscrive così alla Facoltà di Lettere a Firenze, si…

Scopri di più