Sarahcrown apre la sua terza pop-up gallery a New York. Una settimana ad Alphabeth City: arte brasiliana e nuovi media. Spazi recuperati, per mostre lampo

Arriva a quota tre, Sarah Corona. Curatrice e ricercatrice in ambito art management, a New York da oltre un anno, Sarah ha lanciato nel marzo 2012 il progetto Sarahcrown, aperture nomadi e intermittenti attraverso il tessuto caldo della città, saltando da un art district all’altro, nei periodi delle grandi kermesse artistiche. Ecco così le sue […]

Arriva a quota tre, Sarah Corona. Curatrice e ricercatrice in ambito art management, a New York da oltre un anno, Sarah ha lanciato nel marzo 2012 il progetto Sarahcrown, aperture nomadi e intermittenti attraverso il tessuto caldo della città, saltando da un art district all’altro, nei periodi delle grandi kermesse artistiche. Ecco così le sue pop-up gallery, esperienze veloci, energiche, provvisorie e indipendenti, nate come piccole occupazioni temporanee tra i molti eventi satellite delle grandi fiere newyorchesi. La prima durante lArmory Show, nel Lower East Side, poi lo scorso maggio a SoHo, per Frieze, e adesso è la volta di Alphabeth City, Manhattan, dove nasce una nuova galleria ma stavolta senza nessun evento in parallelo. Gli ingredienti: un negozio vuoto da un po’ di tempo, un contratto speedy di una settimana, l’arte contemporanea brasiliana come tema, riflessioni su new media e tecnologia, l’artista multimediale Raul Mourão e il sound designer Marcos Kuzka.

Il risultato? Sette giorni di mostra, nel tentativo di “scoprire come la nostra ‘società in rete’ colpisca le arti”, racconta Sarah Corona. Attraverso le mie azioni voglio diffondere la conoscenza dell’arte e la cultura, creando una un network tra stakeholders e curiosi“. #DocDotMov, questo il titolo del progetto, mette insieme documentazione, clustering, archiviazione e opere in movimento, tra fotografia, scultura, pittura, installazioni cinetiche, video, proiezioni di luce, e ancora social networking, digitalizzazione, strumenti di diffusione e condivisione virtuale. Un nuovo spazio che viene recuperato, sottratto alla stasi e restituito alla vita, per il tempo di una inaugurazione o poco più. Quasi una terapia d’urto – che a Nyc viene applicata di continuo, da parecchi anni – per stabilire un contatto virtuoso tra realtà immobiliare e circuito artistico, laddove la natura dell’evento unisce alla motivazione culturale anche una finalità urbanistica e sociale.

– Helga Marsala

#DocDotMov, Marcos Kuzka / Raul Mourão
opening: 11 ottobre, h. 18-21
Bikinis Salon , 56 Avenue C (btw 4th and 5th), New York
www.sarahcrown.com

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, giornalista, editorialista culturale e curatrice. Ha innsegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a…

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