Un’edizione utopistica, dunque davvero politica. Negli spazi romani della Pelanda torna il festival Short Theatre: titolo Democrazia della felicità

“Tutto parte dallo Stato. Lo Stato in cui viviamo. Lo stato in cui siamo. Lo stato in cui lo Stato ci fa vivere. Lo Stato in cui, e per cui, noi continuiamo a vivere in questo stato. È solo un gioco di parole? Allora dobbiamo imparare a giocare a un nuovo modo di stare. Pensare […]

Tutto parte dallo Stato. Lo Stato in cui viviamo. Lo stato in cui siamo. Lo stato in cui lo Stato ci fa vivere. Lo Stato in cui, e per cui, noi continuiamo a vivere in questo stato. È solo un gioco di parole? Allora dobbiamo imparare a giocare a un nuovo modo di stare. Pensare uno Stato che non c’è. Fondarne uno, temporaneo […] dove la comunità che lo abita possa contrattarne regole e forme di vita, personali ed artistiche: dove non ci si riconosce per costituzione ma ci si incontra per conoscere, e dove la comunità stessa, legiferante e vivente, possa avanzare per capire. Mettersi da parte per fare spazio. Occuparlo tutto per moltiplicarlo”. Così Fabrizio Arcuri, direttore artistico di Short Theatre, presenta l’ottava edizione della rassegna – titolo Democrazia della felicità – di scena fino al 18 settembre negli spazi romani della Pelanda. “Non vogliamo coltivare un’utopia”, aggiunge il direttore. “Non possiamo permettercelo. Vogliamo stare qui, ora, ridefinendo nuove architetture mentali, realizzando un atteggiamento politico. Provando a sovvertire semplicemente la dittatura della necessità, in favore di una democrazia, magari della felicità”.
Particolarmente interessanti le tre coproduzioni presentate al Festival: il radiodramma Giallo di Fanny & Alexander, Agoraphobia di OMSK / Lotte van den Berg (con Daria Deflorian) e Impressions d’Afrique di mk, lavoro che il coreografo Michele Di Stefano così racconta: “Ancora una volta, dopo Il giro del mondo, la performance presenta i personaggi di un romanzo d’avventure che non c’è e li colloca in successione nello stesso luogo ‘qualsiasi’ per analizzarne il comportamento. Vedremo una donna destinata al sacrificio, una pattuglia di marines in avanscoperta, dei guerrieri esperti di tecniche di ipnosi…  ma sono corpi che non sanno più che farsene di una storia. Il loro scopo è individuare e far emergere la postura di un corpo nuovo nel momento esatto in cui decide di presentarsi davanti al reale”. L’art direction di Short theatre 8 è a cura dell’artista MP5 + Dogyorke. MP5, inoltre, firma i disegni originali che raccontano questa Democrazia della felicità.

– Michele Pascarella

www.shorttheatre.org

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Michele Pascarella

Michele Pascarella

Dal 1992 si occupa di teatro contemporaneo e tecniche di narrazione sotto la guida di noti maestri ravennati. Dal 2010 è studioso di arti performative, interessandosi in particolare delle rivoluzioni del Novecento e delle contaminazioni fra le diverse pratiche artistiche.

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