Sembra un quadro astratto, e invece si tratta di corteccia cerebrale: sorprese a Princeton per l’ottava edizione di Art of Science. Le immagini degli esperimenti scientifici diventano opere d’arte

Ci sono minuscole trame cellulari, fotografate e ingrandite al punto da sembrare complessi e fascinosi pattern astratti. C’è tutta la dinamica del comportamento dei liquidi, gocce fotografate nel momento del passaggio attraverso questo o quel reagente, bloccate nell’istante esatto in cui danno vita a volute di rara suggestione plastica. E ci sono cortecce cerebrali, forme […]

Ci sono minuscole trame cellulari, fotografate e ingrandite al punto da sembrare complessi e fascinosi pattern astratti. C’è tutta la dinamica del comportamento dei liquidi, gocce fotografate nel momento del passaggio attraverso questo o quel reagente, bloccate nell’istante esatto in cui danno vita a volute di rara suggestione plastica. E ci sono cortecce cerebrali, forme di vita minime, elettricità e neuroni. La scienza si fa bella in quel di Princeton, dove va in scena l’ottava edizione di Art of Science: oltre quaranta le immagini selezionate per una mostra che eleva la ricerca a oggetto d’arte, con tanto di contest – siamo in una università americana, poteva mancare un sano spirito di competizione? – per eleggere il soggetto migliore. A scatenarsi i cervelloni di ventiquattro diversi dipartimenti dell’ateneo, chiamati a guardare oltre l’oculare del microscopio, riconoscendo al frutto del proprio lavoro una valenza che va oltre i meriti puramente scientifici.
La giuria tecnica, dopo aver vagliato e scremato circa 170 partecipanti, ha raggiunto il proprio verdetto. A trionfare è il render con cui Martin Jucker ha reso il flusso delle correnti d’aria attorno alla Terra, nella definizione di un solido dalle forme morbide e seducenti; seconda piazza per le strutture cellulari di Michael Kosk e medaglia di bronzo per il progetto di infografica con cui Paul Csogi e Chris Cane hanno visualizzato in forma estetica la rete di comunicazione interna all’università. Nettamente differenti i risultati maturati a seguito della consultazione popolare lanciata attraverso la rete. A piacere sono le astrazioni luminose del dipartimento di biologia molecolare, scovate frugando nel regno delle meduse e dei batteri, ma anche le gocce optical di Howard A. Stone e Jason Wexler.

– Francesco Sala


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Francesco Sala

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Francesco Sala è nato un mesetto dopo la vittoria dei mondiali. Quelli fichi contro la Germania: non quelli ai rigori contro la Francia. Lo ha fatto (nascere) a Voghera, il che lo rende compaesano di Alberto Arbasino, del papà di…

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