Salone Updates: l’ufficio secondo Jean Nouvel (e un po’ Michelangelo Pistoletto). Ormai vivere e lavorare sono sempre più sinonimi: e per farlo al meglio anche a Rho arrivano i “saggi”

“Lavorare significa vivere, abitare”. Passiamo molta parte della nostra vita sul luogo di lavoro, uno spazio spesso anonimo, freddo e standardizzato: è per questo che il Salone del Mobile ha affidato all’architetto francese Jean Nouvel il racconto dell’ufficio di domani. Sembra una piccola città, un quartiere in miniatura isolato in mezzo agli immensi spazi della […]

Lavorare significa vivere, abitare”. Passiamo molta parte della nostra vita sul luogo di lavoro, uno spazio spesso anonimo, freddo e standardizzato: è per questo che il Salone del Mobile ha affidato all’architetto francese Jean Nouvel il racconto dell’ufficio di domani. Sembra una piccola città, un quartiere in miniatura isolato in mezzo agli immensi spazi della fiera, quello che accoglie Progetto: ufficio da abitare di Nouvel, per il quale “è urgente cambiare i comportamenti, progettare e pensare il lavoro in modo alternativo”, senza sconfinare nell’utopia e perseguendo l’idea di realizzare situazioni ordinarie utilizzando oggetti prodotti in gran parte dalle aziende che espongono al Salone.
Sostenuto in remoto da quattro “saggi” (eh sì, anche qui…) – Agnes B, Elliot Erwitt, Michelangelo Pistoletto e Alain Fleischer – lo studio espone una serie di soluzioni di allestimento di luoghi di lavoro che possono così rivelarsi ambienti piacevoli e carichi di umanità. Dall’Ufficio in un vecchio appartamento a Lavorare a casa, da Il capannone, nuovi spazi per lavorare a Il laboratorio di luce: Nouvel progetta e propone, ma non manca di confrontarsi con altri designer e di rendere omaggio a grandi maestri che ci hanno lasciato oggetti ormai entrati nelle collezioni museali (“Vi sono dei passati che non passano mai”), come le scrivanie di Frank Lloyd Wright e le sedie di Mies, la macchina da scrivere di Sottsass e le librerie di Cini Boeri.
C’è anche un sistema modulare di uffici singoli con pareti di vetro mobili e smontabili che richiama l’estetica elegante e calda di una barca a vela, con dettagli super high-tech; e poi un progetto per un open space che prevede l’uso di mobili di diverso materiale e tipologia, anch’essi accatastabili, smontabili, modificabili in qualsiasi momento in base alle esigenze professionali del momento.
Ma il lavoro è anche condivisione, confronto, è anche équipe: Jean Nouvel ha allora invitato in video Ron Arad, Michele de Lucchi, Marc Newson e Philippe Starck per chiacchierare insieme sulla visione del lavoro e per rilassarsi su mobili scelti proprio dai quattro designer. Un piccolo mondo in un ufficio, un passaggio epocale – tanto quanto auspicabile – dal razionale all’umano.

– Marta Santacatterina

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Marta Santacatterina

Marta Santacatterina

Giornalista pubblicista e dottore di ricerca in Storia dell'arte, collabora con varie testate dei settori arte e food, ricoprendo anche mansioni di caporedattrice. Scrive per “Artribune” fin dalla prima uscita della rivista, nel 2011. Lavora tanto, troppo, eppure trova sempre…

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