Fulminato sulla via di Madrid: Massimiliano Gioni allarga il parterre del suo Palazzo Enciclopedico alla giovane Paloma Polo, risarcendo lo sgarro di una prima selezione priva di spagnoli

Non l’avevano presa granché bene i commentatori iberici, divisi tra il risentito e il rassegnato: niente spagnoli in Biennale; le porte del Palazzo Enciclopedico, sede del reame estetico e concettuale di Massimiliano Gioni, brutalmente chiuse in faccia. Nessuna Dora Garcìa, insomma, tanto per fare un nome di caratura internazionale; e nessun giovane emergente, nessun omaggio […]

Non l’avevano presa granché bene i commentatori iberici, divisi tra il risentito e il rassegnato: niente spagnoli in Biennale; le porte del Palazzo Enciclopedico, sede del reame estetico e concettuale di Massimiliano Gioni, brutalmente chiuse in faccia. Nessuna Dora Garcìa, insomma, tanto per fare un nome di caratura internazionale; e nessun giovane emergente, nessun omaggio a chi è stato grande ed ora non è più; niente di niente. Quasi si trattasse di un Paese fantasma. Poco male, viene da dire: per fotografare le situazioni locali ci sono i padiglioni nazionali – per la Spagna ecco Lara Almárcegui – l’Arsenale non è il Palazzo di Vetro dell’ONU, non sta scritto da nessuna parte che questa o quella realtà debba essere rappresentata; il curatore faccia un po’ quello che gli pare. Ma a Madrid e dintorni hanno una strana percezione dell’orgoglio nazionale: tale per cui si guarderanno pure in cagnesco tra catalani e castigliani – per tacere dei baschi – ma questa storia di Gioni che li snobba ha cominciato a serpeggiare tra l’opinione pubblica, con la levata di scudi lanciata da Miguel Angel Garcia Vega sul blog che tiene sul sito de El Pais.
Passano appena dieci giorni dalla presentazione romana del parterre di Gioni e spunta, sorpresa, il nome di Paloma Polo: assente nella prima selezione e prontamente integrata. Madrilena di stanza tra Amsterdam e Berlino, trent’anni, la più giovane artista inserita nel progetto Fisuras del Museo Reina Sofia; in Laguna porta le diapositive di The Path of Totality, indagine del 2011 giocata sulla storia dell’astronomia.
In Spagna gongolano: non manca chi si è convinto che le rimostranze lanciate da El Pais abbiano avuto una certa influenza sulla scelta di Gioni, che ha nel frattempo esteso l’invito anche al messicano Damián Ortega, gratificando un’altra nazione in prima battuta tenuta fuori. Vero è, in realtà, che la lista dei partecipanti assomiglia più a quella delle convocazioni del ct della Nazionale che alle Tavole della Legge: non prevede spiegazioni tassative e può permettersi di sfuggire a logiche di comune buonsenso; può essere limata, corretta, integrata, stralciata, rivisitata in corso d’opera senza che nessuno possa azzardare un beh. È il bello della faccenda: se fosse tutto limpido e meccanico come una formula matematica cosa ci resterebbe da dire?

– Francesco Sala

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Francesco Sala è nato un mesetto dopo la vittoria dei mondiali. Quelli fichi contro la Germania: non quelli ai rigori contro la Francia. Lo ha fatto (nascere) a Voghera, il che lo rende compaesano di Alberto Arbasino, del papà di…

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