L’arte della distruzione. Lapo Simeoni mette all’asta 70 opere a prezzi popolari: l’invenduto viene subito demolito. Quando il collezionista ha una responsabilità…

Alla base c’è il tabù della profanazione dell’opera: distruggerla, offenderla, cancellarla, con tutta la sua sacralità e unicità. Un gioco perverso, che respinge e seduce. Il divieto viene rotto, con l’assunzione di ogni responsabilità da parte di chi sceglie. È questo il piano di Destroy To The End, performance di Lapo Simeoni, presentata presso lo […]

Alla base c’è il tabù della profanazione dell’opera: distruggerla, offenderla, cancellarla, con tutta la sua sacralità e unicità. Un gioco perverso, che respinge e seduce. Il divieto viene rotto, con l’assunzione di ogni responsabilità da parte di chi sceglie. È questo il piano di Destroy To The End, performance di Lapo Simeoni, presentata presso lo spazio Art.Lab di Grosseto. Un evento che chiude un ciclo di mostre e che diventa occasione per fare il punto sulla questione del rapporto tra mercato dell’arte e crisi economica.
Simeoni bandisce un’asta, classica operazione di mercato, in chiave popolare: prezzi modici, per una sorta di svendita, con 70 opere pittoriche all’incanto prodotte negli ultimi 10 anni. Un diario icnografico che racconta, però, una storia fatta di margini, di invisibilità, di fuoricampo: sono tutte tele invendute, abbandonate, mai esposte, sottratte o negate allo sguardo del pubblico e, pertanto, “incompiute”. Messe in vendita in sequenza, con una base d’asta comune di 50 euro, andranno incontro al loro destino. Acquistate e messe in salvo, oppure immediatamente distrutte.
A decretare la salvezza o la condanna sarà dunque il collezionista stesso, scegliendo se acquistare o meno. Ma non è tutto: la platea deciderà come distruggere i pezzi invenduti, azionando un’apposita ruota della (s)fortuna, con sei opzioni possibili: distruzione fisica, cancellazione pittorica, distruzione a colpi di martello, incendio, opzione jolly con regalo dell’opera a chi gira la ruota, sfregio con coltelli o utensili affilati. Un gioco metaforico, tanto divertente quanto crudele, di cui essere protagonisti ma soprattutto complici. Tra reverenza e profanazione, volontà e sorte, desiderio ed abbandono, lasciando sovrapporre la dimensione estetica e quella economica, in un’unica articolazione di senso.

– Helga Marsala

Lapo Simeoni, Destroy To The End
23 marzo 2013 – ore 15-22
Art.Lab Arte Contemporanea
Via Porto Loretano 6, Grosseto
www.artlabgallery.com
349 0706457 – [email protected]

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, giornalista, editorialista culturale e curatrice. Ha innsegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a…

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