Il punto su Art Los Angeles Contemporary. Ecco come è andata la fiera californiana: qualche Vip in giro, vendite in calo, ma contatti di alto profilo: “qui non si può più mancare”, dice la Brand New Gallery

Pur essendo nata solo da una manciata di anni (la prima edizione è del 2009), la fiera si conferma come dinamica, sperimentale e soprattutto di alta qualità. Fiera? Pochi anni? Sì, perché in questo giorni fiera non vuol dire solo Bologna, e nemmeno Singapore, dove pure si è tenuta Art Stage: noi infatti anche quest’anno […]

Pur essendo nata solo da una manciata di anni (la prima edizione è del 2009), la fiera si conferma come dinamica, sperimentale e soprattutto di alta qualità. Fiera? Pochi anni? Sì, perché in questo giorni fiera non vuol dire solo Bologna, e nemmeno Singapore, dove pure si è tenuta Art Stage: noi infatti anche quest’anno siamo andati in esplorazione di una delle più seguite e celebrate fiere del Contemporaneo d’oltreoceano, la Art Los Angeles Contemporary. All’ingresso della struttura del Barkar Hanger, dell’Aeroporto di Santa Monica, ci accolgono le sorprendenti e “TimBurtoniane” sculture dell’artista canadese Jon Pylypchuk: pantagruelici mozziconi di sigaretta, antropomorfizzati da braccia e gambe di legno, sembrano sostenere la loro personale battaglia contro il mondo con un vero e proprio sit-it e cartelli dagli slogans al vetriolo.
Due le italiane, fra le quasi 70 gallerie presenti (numero leggermente più alto rispetto alla scorsa edizione): entrambe milanesi, Cardi Black Box e Brand New Gallery (la Jerome Zodo, presente nel 2012, ha scelto quest’anno Arte Fiera). Nonostante il pienone dei visitatori in sneakers e t-shirt – tra cui fa capolino anche qualche celebrity come Jason Schwartzman, attore-feticcio del regista cult Wes Anderson -, girando per gli stand si ha l’impressione che le vendite siano più lente rispetto allo scorso anno. Meno possibilità, meno interesse, meno voglia di spendere o investire? Non proprio. La Brand New Gallery conferma il trend del calo di vendite in fiera, ma ribadisce anche che l’interesse resta molto alto, senza distinzione di prezzo, e che quello di Los Angeles rimane un appuntamento importante in forte crescita.
Una partnership con il Moca (che ha un bisogno disperato di trovare nuovi sostenitori dopo le ultime peripezie di Deitch & co.) ha permesso di far entrare la Moca.tv, unico canale d’arte del progetto Youtube Education, come parte integrante della fiera con una selezione di video ad hoc.
A far da contorno alla manifestazione, una serie di appuntamenti collaterali con performance dal vivo, artist talks ed un panel con soggetto la Francia ed il mondo del contemporaneo. Nonostante il calo riportato, la Art Los Angeles Contemporary consolida la sua posizione come una delle fiere in rapida ascesa, e riafferma Los Angeles come centro pulsante del contemporaneo nel panorama internazionale.

– Giorgia Mannucci

artlosangelesfair.com


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