Fermate il disastro in Mali. In primis quello umano, ovvio: ma l’Unesco lancia l’appello alle forze in campo per bloccare le distruzioni integraliste a Timbuctu

Nel giorno in cui si registrano 41 vittime per il blitz in Algeria, conseguenza del riacutizzarsi delle tensioni nel confinante Mali, è evidente che tutte le attenzioni debbano andare alla salvaguardia delle vite umane ed a prevenire ulteriori episodi di scontro fra gli estremisti islamici e le forze internazionali, francesi ma non solo. Eppure c’è […]

Nel giorno in cui si registrano 41 vittime per il blitz in Algeria, conseguenza del riacutizzarsi delle tensioni nel confinante Mali, è evidente che tutte le attenzioni debbano andare alla salvaguardia delle vite umane ed a prevenire ulteriori episodi di scontro fra gli estremisti islamici e le forze internazionali, francesi ma non solo. Eppure c’è chi – nel rispetto della propria missione – prende lo spunto per un appello a favore del patrimonio culturale: è l’Unesco, che per una volta mette da parte gli studi sul valore culturale della dieta mediterranea o su quali balli possano, e quali no, definirsi “walzer viennesi”.
E prende la parola per invitare l’esercito maliano e le forze francesi a tutelare il patrimonio storico-artistico del Paese, a rischio con i bombardamenti già attuati per frenare l’avanzata dei fondamentalisti arabi. A preoccupare l’organizzazione internazionale, come dichiarato dallo stesso direttore generale Irina Bokova, è in particolare l’area di Timbuctu, già dichiarata Patrimonio dell’Umanità, e già oggetto nel 2012 di attacchi da parte degli integralisti, che hanno demolito molti dei 16 santuari sacri risalenti al 1300.

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Massimo Mattioli

Massimo Mattioli

É nato a Todi (Pg). Laureato in Storia dell'Arte Contemporanea all’Università di Perugia, fra il 1993 e il 1994 ha lavorato a Torino come redattore de “Il Giornale dell'Arte”. Nel 2005 ha pubblicato per Silvia Editrice il libro “Rigando dritto.…

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