Bologna Updates: la bellezza secondo Masbedo alla Pinacoteca Nazionale. Allestimento da teatro d’avanguardia per un duo a cui la sola video arte sta sempre più stretta; e che si affida, per l’occasione, ai testi di Walter Siti

In principio fu la verginea, decadente soavità della “sconosciuta della Senna”: cartolina di bellezza da inizio Novecento, certificata dal mito di un pietoso calco in gesso con cui eternare la grazia dello sventurato cadavere senza nome ripescato alle porte di Parigi. Poi venne il tempo dell’esibizione ostentata del corpo, dell’innocente e giocosa lascivia porno-soft che […]

In principio fu la verginea, decadente soavità della “sconosciuta della Senna”: cartolina di bellezza da inizio Novecento, certificata dal mito di un pietoso calco in gesso con cui eternare la grazia dello sventurato cadavere senza nome ripescato alle porte di Parigi. Poi venne il tempo dell’esibizione ostentata del corpo, dell’innocente e giocosa lascivia porno-soft che permea con la sua guaina di infantile lussuria l’età contemporanea. E arrivò, infine, il tempo della sintesi: riflessione nuova sull’evoluzione di un concetto che è comburente essenziale del fare arte. A tentare nuove definizioni sono i Masbedo, ormai avviati sulla felice strada a senso unico che spinge verso il sogno di un’arte finalmente totale, capace di dosare con chimica efficace la più ricca gamma di linguaggi possibili. La Pinacoteca Nazionale di Bologna diventa, per una notte, laboratorio dove accogliere la drama-performance Resusci-Anne #7: vero e proprio pezzo di teatro d’avanguardia, con cui i Masbedo si assumono il rischio di saltare dall’altra parte della barricata. Agendo e interagendo in prima persona in modo sempre più pressante, anche oltre il consueto filtro delle telecamere.
Un estenuante e disperato massaggio cardiaco, operato su un manichino per esercitazioni; un ragno meccanico che, dotato di telecamera, viene telecomandato lungo l’intera agorà teatro della performance. L’ormai consueta azione di demolizione aggressiva di immagini feticcio, cifra che appaga la più brutale, animale, istintiva e trascinante necessità creativa: il tutto ripreso e proiettato, dunque moltiplicato. In un vortice avvolgente, esaltato dai testi che Walter Siti, sfuggente e magnifico maestro della parola, ha creato per l’occasione.

Francesco Sala


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