W magazine si fa in quattro per Jessica Chastain. Attrice, musa fashion e modella per un giorno. Le fanno il ritratto Chantal Joffe, George Condo, Rineke Dijkstra, Mickalene Thomas

Bella, di una bellezza dolce e briosa, con quella faccia nordica, pulita, pelle candida, occhi verdi e chiome rosso tiziano. Ma è soprattutto brava, Jessica Chastain, americana, classe 1977, lanciatissima stella del firmamento hollywoodiano. Negli ultimi anni, di trofei e gratificazioni ne ha portati a casa parecchi: nel 2011 è a Cannes con Take Shelter […]

Bella, di una bellezza dolce e briosa, con quella faccia nordica, pulita, pelle candida, occhi verdi e chiome rosso tiziano. Ma è soprattutto brava, Jessica Chastain, americana, classe 1977, lanciatissima stella del firmamento hollywoodiano. Negli ultimi anni, di trofei e gratificazioni ne ha portati a casa parecchi: nel 2011 è a Cannes con Take Shelter e The Tree of Life, e si becca  il “Gucci Award for Women in Cinema 2011”; nel 2012 la prima candidatura all’Oscar come miglior attrice non protagonista, con The Help, e adesso in corsa per il Golden Globe con Zero Dark Thirty, dove è diretta da Kathryn Bigelow.
Nel frattempo a corteggiarla ci sono i fashion magazine e le riviste di life style di mezzo mondo, dal francese Crash al T Magazine del New York Times, da Vogue Germany a Vanity Fair. È il suo momento. Al punto che W, mensile fashion americano di Condé Nast, le cuce addosso un progetto speciale, coinvolgendo quattro artisti di fama internazionale, tutti per lei. Sul filo del tema sempre vincente “Art Meets Fashion”, il numero di gennaio la elegge come musa e le dedica quattro diverse copertine.

article 2244736 1666C982000005DC 193 634x859 W magazine si fa in quattro per Jessica Chastain. Attrice, musa fashion e modella per un giorno. Le fanno il ritratto Chantal Joffe, George Condo, Rineke Dijkstra, Mickalene Thomas

Jessica Chastain per W Magazine – Chantal Joffe

Così, per George Condo Jessica diventa una sorta di tela umana: abiti, corpo e volto mimetizzati con le esplosioni astratte dei dipinti, quasi un loro prolungamento o un’incarnazione ibrida; nel caso di Rineke Dijkstra, invece, l’obiettivo coglie una figura sospesa in un realismo nudo, privo di azione e di contesto, risolto nella grazia di una t-shirt e di un paio di short bianchi – tutto by Carolina Herrera – e intorno il vuoto di una stanza, senza segni né accessori. Poi Mickalene Thomas, che in un trionfo di Versace e Laboutin agghinda il corpo statuario dell’attrice, première dame di un set domestico accogliente e iper-fashion, tra tessuti, mobili, wall paper, decorazioni.
E infine Chantal Joffe, che la modella l’ha spiata via Skype, dal suo studio di Londra: l’attrice, in una camera d’albergo di New York, ha posato per la pittrice, a distanza, seduta sul bordo del letto, con indosso una sottoveste di Carine Gilson color zaffiro. Pittura veloce, intuitiva: espressionismo striato di fragilità e intimismi contemporanei.
Mi piace la sensazione di concedere me stessa a un altro punto di vista forte”, ha confessato Jessica, entusiasta.È la migliore forma di fiducia, la convinzione che un artista si prenderà cura di me durante la creazione di qualcosa di unico. Proprio come sul set, facendosi materia prima tra le mani di un regista.

– Helga Marsala

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, giornalista, editorialista culturale e curatrice. Ha innsegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a…

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