Quando il misticismo giapponese incontra la tecnologia. Mariko Mori inaugura i nuovi spazi per il contemporaneo della Royal Academy di Londra, ecco le prime foto della mostra

C’è tutta la leggerezza, il misticismo e l’armonia giapponese, nella mostra che i nuovi spazi a Burlington Gardens che la Royal Academy di Londra consacra ai progetti di arte di arte contemporanea dedicano all’artista Mariko Mori. Lei è un incanto e un tutt’uno con le sue opere monolitiche e iridescenti, la sua grazia eterea e […]

C’è tutta la leggerezza, il misticismo e l’armonia giapponese, nella mostra che i nuovi spazi a Burlington Gardens che la Royal Academy di Londra consacra ai progetti di arte di arte contemporanea dedicano all’artista Mariko Mori. Lei è un incanto e un tutt’uno con le sue opere monolitiche e iridescenti, la sua grazia eterea e il suo modo di parlare sembrano non appartenere a questo mondo. Si muove tra le sue opera come una madreperla e ci spiega il perché di un titolo come Rebirth, ovvero l’esaltazione del ciclo della vita e quindi della morte come rinascita. Da lei non potevamo aspettarci alcuna opera priva di uno spessore scientifico, la prima installazione, titolo Tom Na H –iu, è totem traslucido che si ispira alla nuova scienza del neutrino astronomico sviluppato dal fisico e premio Nobel giapponese Masatoshi Koshiba.
Il monolite al centro di una stanza bianchissima è collegato con un computer direttamente all’Institute for Cosmic Ray Research at the Kamioka Observatory dell’Università di Tokyo, e il fatto di cambiar colore è dovuto alla presenza di diversi tipi di neutrini nell’atmosfera. Segue una sorta di spazio cerimoniale, Flat Stone and Primal Memory, ispirato a reperti del periodo che celebra la rinascita. Un’ampia sezione è consacrata ai disegni che si ispirano alla personale esperienza dell’artista di ricerca nella meditazione e nell’approfondimento dei testi buddisti Sutra. Il disegno, spiega l’artista, ha rappresentato per anni una pratica meditativa, realizzata nelle prime ore del mattino di fronte all’oceano di Okinawa, dove trascorre tutte le estati dal 2003 cercando di cogliere tutte le possibili sfumature di luce invisibile e trasparenza.
La mostra si conclude con il progetto Primal Rhythm, sostenuto dalla Fondazione Faouo, con sede a New York, fondata e presieduta dalla stessa Mariko Mori, che si impegna a creare una serie di installazioni in sei specifici siti ecologici nel pianeta identificati come unici.

– Barbara Martorelli

www.royalacademy.org.uk


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