Con la testa… tra le nuvole? Tutt’altro: l’arte italiana, all’estero, a volte sa farsi rispettare. E tra i maestri dell’Impressionismo, per “Clouds” in mostra al Leopold Museum, spuntano i Masbedo

C’è Van Gogh e pure Dalì. Ci sono Turner, Klimt, Cézanne e Monet. E poi ancora Schiele, Ensor e Munch; Courbet, Kiefer e Magritte. Sembra un bigino di storia dell’arte: invece è il parterre de roi della mostra in fase di preparazione al Leopold Museum di Vienna, sede istituzionale dalla solidità teutonica e dal prestigio […]

C’è Van Gogh e pure Dalì. Ci sono Turner, Klimt, Cézanne e Monet. E poi ancora Schiele, Ensor e Munch; Courbet, Kiefer e Magritte. Sembra un bigino di storia dell’arte: invece è il parterre de roi della mostra in fase di preparazione al Leopold Museum di Vienna, sede istituzionale dalla solidità teutonica e dal prestigio indiscutibile; che accoglie da fine marzo fino al mese di luglio Clouds, indagine su un paesaggio guardato con gli occhi all’insù, partendo dal Romanticismo di un Caspar David Friedrich fino al presente di Gehrard Richter.
E l’Italia? Ce l’abbiamo un tricolore da far sventolare nel cielo di Vienna, tra Impressionisti, Espressionisti, Secessionisti e compagnia cantante? Ne abbiamo ben due: Giovanni Segantini un po’ te lo potevi aspettare, considerato un taglio critico che guarda decisamente a un rassicurante  passato e si concede poche scorribande nel contemporaneo. Dove spunta, e sta qui la piacevole sorpresa, il nome di Masbedo: prima esperienza del duo milanese in un’istituzione pubblica di questo livello, premio ad una carriera che negli ultimi anni è sembrata in ascesa verticale.
Nelle sale del Leopold arriva l’inquieto ed onirico Ash, videoinstallazione su due schermi vincitrice nel 2010 del Premio Cairo. Nubi tossiche si offuscano sull’orizzonte dello schermo; su quello di Masbedo, con questa chiamata, splende invece il più corroborante sereno.

Francesco Sala

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