Come immaginare un parco urbano multietnico. A Copenhagen si incontrano arte pubblica e architettura: Superkilen è un mosaico di 100 oggetti, da 50 paesi del mondo

Immaginate un quartiere multietnico. Un brulichio di voci, volti, linguaggi, odori, appartenenze in osmosi o in radicale isolamento. Immaginate che in questo quartiere l’idea di meltin’ pot diventi anche possibilità visiva, occasione di racconto e di bellezza. Immaginate, infine, che a condurre questo racconto siano, semplicemente, degli oggetti straniati e ripensati in funzione dello spazio […]

Immaginate un quartiere multietnico. Un brulichio di voci, volti, linguaggi, odori, appartenenze in osmosi o in radicale isolamento. Immaginate che in questo quartiere l’idea di meltin’ pot diventi anche possibilità visiva, occasione di racconto e di bellezza. Immaginate, infine, che a condurre questo racconto siano, semplicemente, degli oggetti straniati e ripensati in funzione dello spazio pubblico: il quotidiano, tramutato in straordinario.
Un set intrigante, che restituisce il senso migliore dell’espressione “arte pubblica” e che ci porta, direttamente, a Copenhagen. Qui, a Nørrebro, quartiere ad alto tasso di mescolanza etnica, con oltre 50 nazionalità presenti, nasce Superkilen, un grande parco urbano progettato da artisti ed architetti in chiave sociologica e partecipata. Tre aree principali: la Red Square, il Black Market e il Green Park. Mentre la prima rappresenta il life style contemporaneo, tra caffetterie e spazi per la musica e lo sport, il secondo rappresenta una sorta di “urban living room”, con tutti i comfort per i cittadini, dalle panchine alle fontane; l’ultimo, infine, è un parco per le attività all’aperto, dai pic-nic, allo jogging alle passeggiate col cane.

Bench Iran Photo Superflex Come immaginare un parco urbano multietnico. A Copenhagen si incontrano arte pubblica e architettura: Superkilen è un mosaico di 100 oggetti, da 50 paesi del mondo

Bench (Iran) – foto Superflex

A identificare le tre zone sono oltre 100 oggetti: piuttosto che ricorrere al classico e anonimo arredo urbano, si è scelto di interpellare la gente del quartiere, chiedendo di indicare alcuni elementi caratteristici delle loro città d’origine: dalla fontana a mosaico marocchina alle panchine brasiliane, svizzere o iraniane; dalle insegne luminose di Mosca e Pechno ai cestini rossi londinesi; dai tombini di Parigi alle bitte dei porticcioli del Cairo; e ancora alberi, parchi giochi, segnaletica stradale, punti relax… Presenze tipiche dagli spazi pubblici, con cui identificare il vivere comune di altri paesi.
Riprodotti in scala 1:1 oppure acquistati in giro per il mondo e fatti arrivare in loco, gli oggetti hanno riconfigurato aspetto e identità di Nørrebro, nel segno della molteplicità e del dialogo tra culture.
L’effetto è quello di un esperimento postmodernista, in cui un certo sapore straniante e una certa estetica della frammentazione si capovolgono, incredibilmente, in una armonica, ludica, scenografica convivenza di singolarità e differenze.
Committenti sono il Comune di Copenaghen e l’associazione non profit Realdania, mentre il concept lo ha sviluppato il collettivo artistico Superflex in collaborazione con gli studi d’architettura  Bjarke Ingels Group e Topotek1.

– Helga Marsala

www.realdania.dk
www.superflex.net

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, giornalista, editorialista culturale e curatrice. Ha innsegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a…

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