London Updates: una sorella neonata, ma che già fa la superiore. Un giro e tante immagini dalla prima Frieze Masters

È l’indubbia rivelazione, a detta dei più, della Frieze week. Nonostante sia la neonata ha già tutta la compostezza, armonia e autocontrollo di una sorella maggiore. E vuole essere l’alternativa al contemporaneo con 90 gallerie proveniente da 18 paesi. Parliamo di Frieze Masters, che presenta tutta la produzione artistica precedente il XXI secolo, quindi dall’antico […]

È l’indubbia rivelazione, a detta dei più, della Frieze week. Nonostante sia la neonata ha già tutta la compostezza, armonia e autocontrollo di una sorella maggiore. E vuole essere l’alternativa al contemporaneo con 90 gallerie proveniente da 18 paesi. Parliamo di Frieze Masters, che presenta tutta la produzione artistica precedente il XXI secolo, quindi dall’antico ai grandi capolavori del XX secolo. Per questa prima edizione si muovono tanti big, da Gallerie 1900-200 di Parigi ad Acquavella Galleries di New York, Colnaghi, Faggionato,  Robillat + Voena, Moretti Fine Art – tutte di Londra, Gam di Bologna.
La direttrice Victoria Siddall è più che entusista, soprattutto per essere riuscita a esprimere l’intenzione di cogliere la produzione artistica dei diversi paesi ed aprire spesso finestre su mondi meno conosciuti appartenenti ad un passato prossimo. Il vero fiore all’occhiello è la sezione Spotlight dedicata alle monografiche di artisti del XX secolo provenienti da Austria, Brasile, Libano, Romania, Portogallo, Turchia, USA, uno spazio curato dal brasiliano Adriano Pedrosa, che tra i vari incarichi è stato anche cocuratore della 12 Biennale di Istanbul. La sezione si concentra sull’arte concettuale e la produzione artistica femminile degli anni ‘60 e ‘70 in particolare in Asia, America Latina e Medioriente. Colpisce il lavoro di Teresa Burga per la Galleria di Barbara Thumm a Berlino, il lavoro di Bruce Naumann per Sperone Westwater, Geta Bratescu per Ivan Gallery di Bucharest, Lygia Pape, che abbiamo già visto alla Serpentine Gallery lo scorso gannaio, per la Galleria Graça Brandao. E adesso spazio alle immagini.

Barbara Martorelli

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