Cinquanta volte Istanbul. Da Zaha Hadid a 5+1AA, cover d’autore per la nuovissima Istanbul Design Guide by Zero

L’occasione è la prima edizione della Istanbul Design Biennial, inaugurata la scorsa settimana: occasione colta al volo da Zero, magazine/website tutto italiano che racconta le principali capitali europee attraverso gli eventi musicali e culturali che le animano, per presentare in anteprima la nuovissima Istanbul Design Guide. Il lancio è avvenuto all’Istituto Italiano di Cultura della […]

L’occasione è la prima edizione della Istanbul Design Biennial, inaugurata la scorsa settimana: occasione colta al volo da Zero, magazine/website tutto italiano che racconta le principali capitali europee attraverso gli eventi musicali e culturali che le animano, per presentare in anteprima la nuovissima Istanbul Design Guide. Il lancio è avvenuto all’Istituto Italiano di Cultura della Capitale, in presenza di Marco Sammicheli, direttore di Zero Italia, di Barış Bilenser, alla guida della redazione turca del magazine, del direttore creativo di Domus, Marco Ferrari, e di Angela Rui, redattore di Abitare.
Dimenticatevi le consuete quanto noiose guide turistiche. Mettete da parte la Moschea Blu, Santa Sofia e similari. La Istanbul Design Guide regala una visione inedita e per niente scontata della metropoli turca, attraverso una selezione di cinquanta architetture che, dagli anni Ottanta ad oggi, hanno avuto un impatto, positivo ma anche negativo, sul suo paesaggio urbano e sociale. I progetti sono organizzati per categorie: musei/gallerie/sale concerti, edilizia residenziale, centri per lo shopping e il business, spazi pubblici, centri per l’istruzione. Cinquanta facce di Istanbul: dall’Istanbul Modern ai complessi residenziali della Toki, l’impresa edile statale che sta manovrando il rinnovo urbanistico degli ultimi anni e la conseguente gentrificazione di intere aree. Dal Babylon, frequentatissimo locale per la musica live che ha cambiato le sorti di un intero quartiere, sino al secondo ponte sullo stretto del Bosforo, che nel 1988 ha aperto la strada alla cementificazione di chilometri quadrati di zone verdi incontaminate.
La guida si presenta come una raccolta bilingue (inglese/turco), ben confezionata, con una grafica accattivante giocata sul binomio nero-verde acido: le architetture sono rappresentate da pittogrammi monocromi che permettono una lettura e un riconoscimento immediato della struttura in questione. La guida, inoltre, è proposta con differenti cover d’autore che lasciano l’imbarazzo della scelta. Al momento sono quattro – opera di Zaha Hadid, Giulio Iacchetti, 5+1AA e Raimondo Tommaso D’Aronco -, ma il 19-20 ottobre si terrà un workshop a cura di Stefano Temporin, art director di Zero, dal titolo Design your own Istanbul, durante il quale studenti di designer potranno cimentarsi nella progettazione della loro personalissima cover.
La Istanbul Design Guide più che fare da guida, offre una traccia e, come ha sottolineato Sammicheli in conferenza stampa, è pensata – si vedano le immagini nella gallery – per essere come un quaderno dove schizzare e annotare le nostre impressioni. Tutto quello che dobbiamo fare è indossare un paio di scarpe comode e lasciare a casa quell’idee un po’ esotiche che spesso accompagnano chi si accinge a conoscere Istanbul…

– Marta Pettinau

istanbuldesignguide.zero.eu/
 

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Marta Pettinau

Marta Pettinau

Marta Pettinau nasce ad Alghero nel 1984, dove al momento vive e lavora. Ma con la valigia in mano. Laureata a Sassari in Scienze dei Beni Culturali, ha conseguito nel 2011 la laurea specialistica in Progettazione e Produzione delle Arti…

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