Perseveranza olimpionica. Dopo il Coni a Casa Italia a Londra, anche l’Università di Torino dà spazio (pubblico) alle mostre griffate Renata Freccero

Avete seguito la nostra – dibattutissima, e ce ne rallegriamo – news che segnalava le mostre d’arte proposte a Casa Italia, a Londra, criticandone le scelte? Vorreste constatare con mano, magari dando un’occhiata al progetto espositivo? Tranquilli, non sarà necessario spostarsi fino in Inghilterra. Perché stando a quanto comunica il sito dell’Università degli Studi di […]

Avete seguito la nostra – dibattutissima, e ce ne rallegriamo – news che segnalava le mostre d’arte proposte a Casa Italia, a Londra, criticandone le scelte? Vorreste constatare con mano, magari dando un’occhiata al progetto espositivo? Tranquilli, non sarà necessario spostarsi fino in Inghilterra. Perché stando a quanto comunica il sito dell’Università degli Studi di Torino, le stesse mostre, con gli stessi artisti – tra cui Antonio Tamburro, Stefano Nicolini e i vari ceramisti – e lo stesso curatore, presto saranno replicate in occasione dell’inaugurazione del campus universitario Luigi Einaudi.
L’anno accademico comincia, il 22 settembre, con una giornata zeppa di allegre iniziative che celebrano questo “luogo di incontro e scambio tra l’Università e la Città”, insieme al nuovo  polo bibliotecario, intitolato anch’esso a un altro torinese eccellente, Norberto Bobbio. Tra esposizioni filateliche, proiezioni dei video dedicati all’Università, omaggi musicali alle tradizioni popolari, spettacolari lanci dei paracadutisti del CUS Torino e la testimonianza dell’ex studentessa Luciana Litizzetto, scorgiamo anche una mostra. Arte contemporanea, già. E allora, vi dice niente il nome Renata Freccero? Sì, è lei. La “Docente di Cultura della Sicurezza Stradale presso la SUISM di Torino, già Prof. di Storia dell’Educazione Fisica e degli Sport presso l’ISEF di Torino”, che ha curato l’evento in corso – ormai chiacchieratissimo – a Casa Italia, in occasione delle Olimpiadi di Londra.
E che ne ha curati molti altri, sempre sul tema arte e sport: solo per restare ad occasioni ufficiali – la cui responsabilità, nella norma, dovrebbe ricadere sui promotori, in questo caso Coni, Università o autorità istituzionali – basti ricordare le Olimpiadi di Pechino del 2008, i Giochi del Mediterraneo, nel 2009, a Pescara, e ancora i Giochi Olimpici di Vancouver, nel 2010 (di quest’ultimo appuntamento espositivo vedete qui una piccola, eloquente testimonianza video). La sede? sempre la stessa, in tutte le città. Casa Italia.

E poteva dunque la mostra olimpica del 2012, dopo la passerella internazionale, non sbarcare anche nei luoghi accademici in cui la prof-curatrice insegna? Prima Londra, poi Torino: detto fatto. Giusto per ribadire l’ovvio, nessuno sta criticando il sacrosanto diritto di una professoressa di educazione fisica, col sacro fuoco dell’arte, di curare delle mostre. Ma, ribaltando le parti, vi immaginereste di vedere la maratona alle prossime olimpiadi organizzata da un prof di Storia dell’Arte? Ecco, il sospetto è che i risultati non sarebbero poi granché.

Helga Marsala e Massimo Mattioli

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