Outsider, anticonvenzionale, antiaccademico. Muore Gunther Domenig, l’architettura mondiale perde una delle punte della scuola radicale austriaca

15 giugno 2012, muore Gunther Domenig. Dopo la scomparsa di Raymund Abraham, la comunità artistica e architettonica mondiale perde un’altra delle punte della scuola radicale austriaca. Nato nel 1934 a Klagenfurt, Domenig era un personaggio anomalo, in grado di esprimere, tramite l’architettura il rifiuto per la convenzione, e proporre una visione personale e radicale. Le […]

15 giugno 2012, muore Gunther Domenig. Dopo la scomparsa di Raymund Abraham, la comunità artistica e architettonica mondiale perde un’altra delle punte della scuola radicale austriaca. Nato nel 1934 a Klagenfurt, Domenig era un personaggio anomalo, in grado di esprimere, tramite l’architettura il rifiuto per la convenzione, e proporre una visione personale e radicale.
Le sue architetture erano mostri distorti, facce deformi, balene arenate. Rimane nella storia la Zentralsparkasse Bank a Vienna, del 1974, opera molto amata da Bruno Zevi, composta da una facciata che si deforma e che contiene un atrio labirintico, caotico e disordinato. Per Domenig, ogni edificio era un manifesto con il quale presentare al mondo le sue idee e la sua geniale ortodossia: tra i tanti progetti realizzati e non, la sua casa (la Steinhaus), nei pressi del lago Ossiach, è un’esplosione di cemento e metallo che si presenta come un mostro primitivo in mezzo alla natura. Il restauro e ampliamento del Dokumentationszentrum Reichsparteitagsgeländ, a Norimberga, è il luogo del conflitto diretto e senza mediazioni tra il linguaggio contemporaneo e la storia. L’architettura perde uno di quei geniali outsider, di quei personaggi che ravvivano il suo dibattito, anche senza essere troppo considerati dalla critica accademica…

Giacomo Pala

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