Il vero spread tra i nostri musei e quelli stranieri. Ve lo immaginereste un suk di venditori abusivi fuori dal Met? All’esterno della Galleria Borghese c’è

Eccolo il vero spread che scava il fossato tra le nostre infrastrutture culturali e quelle dell’Europa civilizzata ed evoluta. Lo spread sta dentro ai musei, certo, ma sta anche e soprattutto fuori. In quell’area liminale, di confine, che dovrebbe farti venire voglia di entrare in uno spazio culturale. O che potrebbe fartela passare. Parliamo di […]

Eccolo il vero spread che scava il fossato tra le nostre infrastrutture culturali e quelle dell’Europa civilizzata ed evoluta. Lo spread sta dentro ai musei, certo, ma sta anche e soprattutto fuori. In quell’area liminale, di confine, che dovrebbe farti venire voglia di entrare in uno spazio culturale. O che potrebbe fartela passare. Parliamo di Roma perché è la città che assorbe più quote di turismo e perché è una città che potrebbe e dovrebbe essere la prima meta culturale a livello globale. Così non è e la capitale si avvia ad essere superata addirittura da Madrid e Berlino. Tacciamo su quello che accade nell’area archeologica centrale della capitale, di questo stanno parlando ormai da settimane (Artribune lo aveva fatto in tempi non sospetti, lo scorso gennaio) tutti i media nazionali che con un certo disgusto raccontano di camion-bar e finti gladiatori. Parliamo di altri luoghi, non meno pregiati e non meno significativi. Parliamo per esempio del museo che, pur non essendo propriamente italiano, è il più visitato di Roma: fuori ai Musei Vaticani la situazione è quella che si può apprezzare nella foto. Due camion-bar, come dioscuri, rendono inguardabile il piazzale. Il furgone per i rifornimenti sempre in sosta selvaggia in mezzo alla strada. Il pensiero che la maggior parte delle licenze sia in mano a famiglie (peggio: a clan) che gestiscono il business ai limiti della malavita, non aiuta a passar sopra all’immagine indecorosa. E lo spread tra Italia e resto del mondo si impenna: sarebbe possibile qualcosa del genere di fronte al Prado? Al Louvre? Al Metropolitan? Al British Museum?

Lo spread sfonda i mille punti, poi, se ci si sposta di fronte alla Galleria Borghese, il museo-gioiello della città. Cosa succede immediatamente fuori ce lo racconta questo geniale video pubblicato dal blog Malaroma. Il mercatino di paccottiglia è inarrestabile e fa invidia ai bazar subsahariani.
Insomma quando marchiamo le differenze tra la nostra offerta museale e quella estera, oltre a parlare di budget, collezioni, burocrazia e organizzazione occorre che, con la massima serietà, aggiungiamo il capitolo del decoro. E cerchiamo di calcolare e valutare quanto l’indecorosa situazione esterna ai nostri monumenti ne mini, in qualche modo, il ruolo e la credibilità internazionale.

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Redazione

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