Ma è davvero così vero che l’Hangar Bicocca, a Milano, è difficile da raggiungere? Leggende metropolitane, per chi non è in grado di usare la metropolitana

Con questo video e questa mappa tentiamo di dare il nostro piccolo e umile contributo al successo di un centro d’arte formidabile, con pochi eguali in Europa. Parliamo di quell’area espositiva in territorio milanese, in cui oggi trovano spazio i Palazzi Celesti di Anselm Kiefer: lo spazio a ‘campata unica’ più ampio del continente, persino […]

Con questo video e questa mappa tentiamo di dare il nostro piccolo e umile contributo al successo di un centro d’arte formidabile, con pochi eguali in Europa. Parliamo di quell’area espositiva in territorio milanese, in cui oggi trovano spazio i Palazzi Celesti di Anselm Kiefer: lo spazio a ‘campata unica’ più ampio del continente, persino più della Turbine Hall della Tate Modern a Londra. L’Hangar Bicocca vanta servizi finalmente all’altezza, grazie all’inaugurazione del nuovo ristorante, della nuova sala consultazioni, del nuovo programma didattico. Ma la nota dolente c’è e sta tutta in quel preoccupante quoziente di distanza da parte dei cittadini. “All’Hangar Bicocca è difficilissimo arrivare” è la vulgata. “È lontano da tutto” dicono altri, aggiungendo che prenderanno a frequentarlo solo “quando sarà inaugurata la nuova linea 5 della metropolitana, che ha una fermata lì vicino”.
Abbiamo dato un’occhiata alla mappa della tube milanese e, in realtà, ci siamo resi conto dell’estrema vicinanza di una fermata della metropolitana al corpo di fabbrica dell’Hangar.

Una fermata della linea 1, esistente in realtà da decenni. Ci doveva essere qualcosa sotto e allora siamo andati a provare su strada. La prova è testimoniata nel video: in effetti la stazione è assai prossima all’angolo più vicino dell’Hangar, forse meno di 400 metri, che fanno, a piedi, cinque minuti circa. Tuttavia l’ingresso della struttura è solo uno e sta dalla parte opposta: la strada per arrivarci è quanto mai inospitale, priva di percorsi pedonali, priva di marciapiede. Insomma, come accade spesso nell’oggettivo fallimento urbanistico di tutte le nostre medie e grandi città, anche qui il problema non è tanto la mancanza di servizi, ma l’oggettiva difficoltà nel renderli banalmente fruibili. A tutto questo si aggiunge il solito deficit di comunicazione, che potrebbe essere superato da un po’ di segnaletica, come accade in tutte le città d’Europa. Ma l’Italia è il paese in cui perfino il Maxxi (Centro d’Arte Contemporanea dello Stato!) non ha una sola freccia stradale in tutta la città di Roma…

www.hangarbicocca.org

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Redazione

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