Guardia di Finanza scatenata, Agenzia delle Entrate sguinzagliata. E i collezionisti ormai comprano opere solo all’estero

E’ una nuova Italia quella che si è affacciata al 2012? Gli uomini dell’Agenzia delle Entrate irrompono nei palcoscenici delle villeggiature trash e scoperchiano il verminaio di connivenze e illegalità a garanzia di una parte dei 200 miliardi annui di evasione fiscale che condannano a morte il paese. La Guardia di Finanza rilascia ai giornali […]

E’ una nuova Italia quella che si è affacciata al 2012? Gli uomini dell’Agenzia delle Entrate irrompono nei palcoscenici delle villeggiature trash e scoperchiano il verminaio di connivenze e illegalità a garanzia di una parte dei 200 miliardi annui di evasione fiscale che condannano a morte il paese. La Guardia di Finanza rilascia ai giornali dichiarazioni di guerra ai furfanti che raggirano il fisco grazie a clamorosi e superpotenti computer in grado di posizionare in pochi secondi il mirino su quella o su quell’altra situazione critica e anomala.
La reazione del paese reale è contrastata, tutta da studiare. Una parte esulta sperando in un cambio reale dello scenario; gli storici partiti che raggranellano consenso tra gli evasori (purtroppo gli evasori, anche quando pizzicati, continuano ad aver diritto di voto…) si indignano e gridano allo Stato di Polizia Fiscale. E gli interessati? I controllati? Coloro che posseggono jet e barche ma che hanno dichiarazioni dei redditi assolutamente paragonabili a quelle di un bidello? Si redimono? Si convincono a comportarsi in maniera civile? No: scappano! La chiave di lettura degli albergatori cortinesi è stata illuminante: “i nostri clienti ci hanno detto che dal prossimo anno andranno in vacanza a Sankt Moritz“. Spaventoso.
Come spaventoso è l’atteggiamento di molti collezionisti italiani, assolutamente paragonabile a quello dei supercafoni di stanza a Cortina d’Ampezzo, ai guidatori di suv schifati dall’idea di dover rispettare le leggi. Il mormorìo, nelle gallerie d’arte del paese, era presente ben prima dei blitz anti-evasione di fine anno. “I nostri clienti hanno completamente smesso di comprare da noi, preferiscono farlo presso gallerie straniere. A riparo da occhi indiscreti. E’ iniziato dall’insediamento del nuovo governo” ci ha confessato un gallerista con la preghiera di restare anonimo. Aumentano i controlli e io con la mia coscienza sporca, invece di mettermi in riga, rilancio. Scappo. Fuggo. Me ne invento un’altra.
Atteggiamento, per quanto riguarda il mercato dell’arte, “giustificato”, per così dire, dalla lista dei cento beni e consumi che la Sogei -il braccio armato informatico della Agenzia delle Entrate- analizza per direzionare i propri controlli ed i propri accertamenti. Ci sono le auto di lusso, ci sono gli aerei privati, ci sono le imbarcazioni sopra un tot di metri e, attenzione attenzione, ci sono le opere d’arte.
E i nostri carissimi collezionisti-con-qualcosa-da-nascondere, invece di rassegnarsi dopo anni di frodi ad una vita entro i confini della legalità, cosa ti fanno? Smettono di comprare opere d’arte in Italia per essere il meno possibile visibili agli occhi della legge e fuggono all’estero come contrabbandieri di sigarette. O almeno questo è il feedback che abbiamo da molte gallerie del Belpaese. Ci auguriamo che non venga confermato ai prossimi importanti appuntamenti di mercato come Arte Fiera a Bologna.
Ci auguriamo insomma che lo stato non deponga le armi, che continui a controllare in maniera inflessibile, che venga magari anche a ficcare il naso nelle cose dell’arte, ma che ci trovi solo ordine, legalità e pulizia. Che ci trovi solo operatori sani e acquirenti che nulla hanno da nascondere. Possibilità o utopia?

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