Che dite, quelli del Teatro Valle, dopo tre mesi di occupazione, potrebbero anche fare basta? Una mobilitazione di quel tipo non dovrebbe essere assai limitata nel tempo?

Ma non sarà che per caso “quelli” del Teatro Valle stanno un pelino esagerando? Come i nostri lettori sanno abbiamo seguito questa epocale occupazione fin da principio, documentandola e incoraggiandola. Ma a nostro parere, in realtà, l’occupazione è bella se dura poco. E immediatamente dopo aver effettuato una forzatura – una occupazione di uno spazio […]

Ma non sarà che per caso “quelli” del Teatro Valle stanno un pelino esagerando? Come i nostri lettori sanno abbiamo seguito questa epocale occupazione fin da principio, documentandola e incoraggiandola. Ma a nostro parere, in realtà, l’occupazione è bella se dura poco. E immediatamente dopo aver effettuato una forzatura – una occupazione di uno spazio pubblico da parte di privati cittadini lo è, eccome se lo è – occorre passare alla fase costruttiva, sedersi ad un tavolo, lavorare per il bene comune, comportarsi da adulti e passare da una gestione “straordinaria” ad una “ordinaria”.
Certo, non è che gli enti preposti (Ministero dei Beni Culturali, Comune di Roma) si siano sperticati per risolvere la situazione e venire incontro agli occupanti (che da parte loro hanno avanzato richieste un poco confuse e a volte contraddittorie), ma insomma questo non legittima la perpetrazione sine die di una condizione che dovrebbe essere momentanea, che dovrebbe essere esclusivamente veicolo per portare a qualcos’altro, non certo esaurirsi in sé. Al di là della buona qualità della proposta drammaturgica (e formativa) che il Valle sta in queste settimane offrendo (peraltro in maniera più o meno gratuita).
La polemica sull’importante teatro romano è divampata da quando è trapelato che una delegazione degli occupanti è stata invitata in rappresentanza a Venezia, ad inizio settembre, in occasione della Mostra del Cinema. Al Ministero – dove sono costretti a pagar le bollette di chi si pone come spina del fianco da ormai tre mesi – non c’hanno visto più. “Sono illegali e non rappresentano altro che un’occupazione di lusso”, ha tuonato il lucido sottosegretario Francesco Giro. Le riflessioni sul caso magari le lasciamo ai lettori, se vorranno intervenire qui sotto, noi ci limitiamo a dire che forse gli occupanti stanno ponendo in essere un “accanimento terapeutico” che alla fine farà passare il governo dalla parte della ragione. Che ne dite?

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