Artribune si piglia tutto il rischio di sbagliare ma vi dice che il nuovo direttore del Macro è Bartolomeo Pietromarchi

Comunicazioni ufficiali, non ce ne sono. Comunicazioni ufficiose, neppure. E allora si tratta di fare i segugi, di incrociare voci, di far sì che tre, quattro, cinque indizi facciano una prova. E di rischiare a buttar lì un nome che, verosimilmente, assai verosimilmente potrebbe essere nei prossimi giorni nominato direttore del Macro, museo lasciato orfano […]

Comunicazioni ufficiali, non ce ne sono. Comunicazioni ufficiose, neppure. E allora si tratta di fare i segugi, di incrociare voci, di far sì che tre, quattro, cinque indizi facciano una prova. E di rischiare a buttar lì un nome che, verosimilmente, assai verosimilmente potrebbe essere nei prossimi giorni nominato direttore del Macro, museo lasciato orfano dalle dimissioni di Luca Massimo Barbero.
Se le cose non cambieranno, se non prenderanno una piega strana a imperscrutabile, il direttore del Macro dovrebbe proprio essere, a partire dal 1 luglio, Bartolomeo Pietromarchi. Quarantatreenne messosi in luce negli Anni Zero come direttore di una allora attivissima Fondazione Olivetti, Pietromarchi è oggi curatore al Maxxi dove segue tra le altre cose il Premio Italia Arte Contemporanea.
Ci arrischiamo ad annunciare in netto anticipo la sua nomina sia perché gli elementi in nostro possesso la danno ormai come quasi certa (ma in questi casi è bene tenere in debita considerazione quel “quasi”), sia perché è una nomina che ci conforta e ci fa piacere. Una nomina di buona qualità (con meriti dunque anche all’amministrazione che la effettua, visto quanto è facile sbagliare) che potrà permettere al Macro di mantenere e incrementare il suo ruolo nella città, in Italia e a livello internazionale.
Sarà importante, a questo punto, far sì che il nuovo direttore abbia modo di lavorare con una prospettiva temporale accettabile, che non sia limitata dall’eventuale nascita della Fondazione Macro, nei prossimi mesi. Il nuovo direttore del Macro dovrà avere modo di progettare il museo per i canonici tre anni di incarico, e se durante questi tre anni – come tutti auspicano – nascerà la Fondazione e questa fondazione si darà come regola quella di eleggere il direttore previo bando internazionale, questa regola si dovrà applicare a partire dal prossimo mandato, non certo interrompendo questo come qualcuno aveva paventato.
Auspichiamo dunque di non aver sbagliato previsioni e di poter rivolgere quanto prima un in bocca al lupo ed un augurio di buon lavoro, questa volta ufficialmente, al nuovo direttore del Macro.

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