“Siete stati troppo sbilanciati a favore di Lo Coco!” Politi risponde sul caso ash Art. Ma non finisce qui

Caro Massimiliano, da Exhibart a Artribune, cambi il pelo ma non il vizio. Appena possibile da parte della tua testata (prima Exhibart, ora Artribune), attacchi velati o velenosi nei miei confronti e di Flash Art (e certamente di altri). E come sempre con contenuti totalmente alterati. Tu ed alcuni dei tuoi collaboratori, siete degli specialisti […]

Caro Massimiliano,
da Exhibart a Artribune, cambi il pelo ma non il vizio. Appena possibile da parte della tua testata (prima Exhibart, ora Artribune), attacchi velati o velenosi nei miei confronti e di Flash Art (e certamente di altri). E come sempre con contenuti totalmente alterati. Tu ed alcuni dei tuoi collaboratori, siete degli specialisti della disinformazione. Ora hai coinvolto nelle tue querelle personali anche una povera ragazza sicula, anche lei, come te, figlia della disinformazione e della cultura dell’omertà. E nessuno dei due ha pensato, come imporrebbe la deontologia professionale, di interpellare anche l’altra parte interessata o almeno di leggere la sentenza che riguarda me e il vostro povero Lo Coco. Invece a tua signorina, come una PR vessata dal cliente, si preoccupa solo di ascoltare questo Lo Coco, sedicente artista, manipolatore (per non dire altro) di professione per cui è già stato condannato in sede definitiva, nonché abile giocatore delle tre carte. (Voi lo chiamate artista: mi dici una sola mostra a cui ha partecipato? Una sola opera che ha prodotto? Artista di cosa? E se non ci fosse stato questa vicenda con Flash Art e con me, chi avrebbe mai sentito parlare del tuo Lo Coco? E cosa ha fatto o quali idee prodotto, al di fuori di quella goliardata?)
Caro Massimiliano, la tua “pasionaria” Helga Marsala, che ha scritto un accorato testo di solidarietà etnica verso il suo conterraneo Lo Coco, avallando tutte le falsità e inesattezze che questi ha raccontato, avrebbe dovuto informarsi anche altrove, non solo da questo professionista della manipolazione che è appunto il vostro Coccobello.
Non ne convieni? E avrebbe scoperto allora che io ho lasciato a questa vittima delle ingiustizie umane (il tuo Lo Coco) tutta la libertà possibile. Al punto che lui ha continuato per mesi a pubblicare on line il suo portale nel mio più totale disinteresse. Dopo tanti anni di insulti, di accuse risibili, di appropriazioni artistiche, di plagi voluti e no, figurati se reagivo alle intemperanze goliardiche di un giovanotto che voleva attirare un po’ di attenzione su di lui. Sono intervenuto solo quando lui ha iniziato una pesante campagna diffamatoria totalmente falsa nei confronti della mia famiglia (leggere per credere, cara signorina Marsala, prima di scrivere sotto dettatura) e a mettere in rete tutti gli indirizzi di Art Diary, che come sai, è anche un’impresa commerciale e che contribuisce, assieme al resto, a pagare gli stipendi, tra Italia ed estero, ad oltre trenta persone. Quale altra azienda italiana di arte contemporanea riesce a tanto? E ho rinunciato pure, contro il volere del mio legale, a richiedere il risarcimento danni e la pubblicazione della sentenza su La Repubblica, proprio per non stremarlo (ma ora vedrò se sarà ancora possibile farlo).
E perché la tua collaboratrice non si è informata, prima di scrivere un articolo a senso unico? E tu, come direttore, perché non hai richiesto un controllo delle fonti davanti a certe affermazioni? Complimenti per la vostra professionalità.
Curiosi e divertenti i commenti dei tuoi lettori, che stanno all’arte come io alla fisica nucleare. E di coloro che si autodefiniscono critici, cosa mi dici? E qualche sprovveduto tra i tuoi stenterelli vorrebbe paragonare il gesto del Lo Coco a quelli di Maurizio Cattelan. Beati loro, poverini. Caro Tonelli, a leggere i commenti nel tuo blog non arrossisci un po’? Non ti senti circondato da poveri perditempo frustrati e di un altro universo che non è quello dell’arte? E’ questa la tua corte e la tua clacque? Non credi di poter aspirare a qualcosa di meglio?
Massimiliano, ma siamo uomini o caporali? Un saluto con l’augurio che tu incominci a crescere e non continuare a vivere di rancori, livori, sgambetti. Sei giovane, non stupido, guarda in alto, evita di ridurre la tua interessante e utilissima testata a una riunione di condominio. E insegna alle tue collaboratrici d’assalto che il giornalismo deve essere una cosa seria e la realtà non va falsata o accomodata. Ne guadagnerà il panorama artistico, l’informazione sull’arte e anche tutti noi costretti a misurarci ogni giorno con il problematico sistema dell’arte in continuo divenire. E la tua testata, che merita successo, sarà sommersa da quella pubblicità, che i tuoi stenterelli disprezzano tanto ma che noi sappiamo bene che senza di essa non si può sopravvivere.
Ad maiora caro Massimiliano. Tuo
Giancarlo Politi

Lo stesso giorno della pubblicazione dell’articolo sul caso-Lo Coco abbiamo avvisato Giancarlo Politi offrendogli tutto lo spazio per replicare. Anche se l’articolo che avevamo pubblicato era assolutamente privo di offese, prese di posizione o di giudizi nei confronti di Politi. La legittima replica del Giancarlo nazionale risulta però quasi del tutto un’infilata di polemiche, offese e dubbi ingenerosi sulla nostra professionalità. Non ce la prendiamo, ma ci spiace che non sia uscito sufficiente contenuto per far chiarezza sulla questione come si aspettano i nostri lettori che in centinaia hanno partecipato al dibattito. Ecco perché, come avevamo già previsto sin da principio, rimandiamo Giancarlo Politi –rassicurandolo sul fatto di aver letto e riletto i dispositivi – ad una ampia intervista sull’argomento subito dopo la Biennale.
– Helga Marsala

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