Stuprate pure Roma, basta che sia gratis. E Pierluigi Borghini, presidente dell’Eur delle libertà, non si dimette?

“Quell’opera non ha valore artistico? Pazienza, visto che ce l’hanno data gratis ce la teniamo, e se ci sono altre gallerie interessate a darci opere gratuitamente ben vengano”. Questa la dichiarazione – sconcertante a prescindere dall’opera di cui si parli – rilasciata qualche giorno fa a Repubblica da Pierluigi Borghini, presidente dell’Eur Spa. Una dichiarazione […]

Quell’opera non ha valore artistico? Pazienza, visto che ce l’hanno data gratis ce la teniamo, e se ci sono altre gallerie interessate a darci opere gratuitamente ben vengano”. Questa la dichiarazione – sconcertante a prescindere dall’opera di cui si parli – rilasciata qualche giorno fa a Repubblica da Pierluigi Borghini, presidente dell’Eur Spa. Una dichiarazione che suona oscena, terrificante, raccapricciante e ripugnante. Ma che abbiamo aspettato un po’ a riprendere, sperando di vedere arrivare una smentita che non è mai arrivata. E se sei un presidente di un ente pubblico e tue dichiarazioni virgolettate escono sul più importante giornale della tua città, o le smentisci o le avalli. E lui non le ha smentite.
Di che si parlava? Della presenza nella piazza principale del quartiere di una non-opera d’arte di Seward Johnson, inopinatamente diventata il simbolo dell’Eur di Alemanno. Simbolo di un’amministrazione post-fascista che dovrebbe avere a cuore un’architettura riconducibile al Ventennio, e che invece la stupra svendendola a chicchessia purché sia gratis. Un’opera peraltro riconducibile ad una galleria privata che è la stessa coinvolta nella querelle della Biennale di Scultura di Roma che ci ha tenuti attaccati agli schermi di Artribune la scorsa settimana. Chiaro il filo?
Piccolo rewind: l’Eur è un ente privato di proprietà del Ministero del Tesoro (al 90%) e del Comune di Roma. La sua mission principale è quella di sviluppare, tutelare e far fruttare il più possibile l’incommensurabile patrimonio immobiliare rappresentato dal lunare quartiere E42 di Roma (oggi E.U.R.), immaginato quando c’era Lui per l’Expo del 1942 poi sospesa causa guerra. Ora, secondo voi, tutelare un patrimonio immobiliare,  architettonico e culturale di tal fatta come si concilia con l’intervista che Borghini ha rilasciato nella quale giustificava e difendeva lo scempio?
Il messaggio che si vuole far passare è il seguente: il suolo pubblico di uno dei quartieri più significativi del paese è a disposizione di chi lo vuole, basta non chiedere soldi tutti sono i benvenuti. In un paese normale il presidente di un’azienda così strategica sarebbe dimissionato per molto, molto meno…

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Redazione

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