“Sarà come il Guggenheim”. E la Moratti continua ad utilizzare il Museo d’arte contemporanea di Libeskind per la sua campagna elettorale

Avevamo già avuto modo di notarla nei giorni scorsi, l’escalation di rinnovata attenzione intorno al Museo d’Arte Contemporanea di Milano progettato da Daniel Libeskind nella zona dell’ex fiera nota come CityLife, per i manifesti elettorali nei quali il sindaco ricandidato Letizia Moratti si fa ritrarre davanti all’ormai famosa spirale, e anche in occasione dell’annuncio del […]

Avevamo già avuto modo di notarla nei giorni scorsi, l’escalation di rinnovata attenzione intorno al Museo d’Arte Contemporanea di Milano progettato da Daniel Libeskind nella zona dell’ex fiera nota come CityLife, per i manifesti elettorali nei quali il sindaco ricandidato Letizia Moratti si fa ritrarre davanti all’ormai famosa spirale, e anche in occasione dell’annuncio del Premio Acacia, con l’opera vincitrice destinata proprio al museo.
Ora questa escalation trova il suo perché: proprio questa mattina infatti, a mezzogiorno all’Urban Center, in Galleria Vittorio Emanuele, il progetto definitivo è stato presentato ufficialmente, presenti lo stesso sindaco, l’architetto Libeskind e gli assessori Finazzer Flory e Masseroli. Prima cosa, le date: inaugurazione fissata al 2013, tempi cortissimi ma plausibili se si pensa che l’ostacolo più grosso – i finanziamenti – è già superato, grazie agli oltre 45 milioni di euro già versati nel dicembre scorso al Comune dalla società CityLife come oneri di urbanizzazione di tutta l’area. Certo, c’è una piccola questioncina: non è stata messa manco la prima pietra… Dettagli!
Altro ancora: spazio polifunzionale esteso su una superficie di oltre 7.600 metri quadrati, con quattro gallerie che da sole impegneranno qualcosa come 5mila mq (5mila mq di spazi espositivi non sono decisamente un granché per una città come Milano, ma tant’è), ampia lobby dalla forma circolare, e poi bookshop, ristorante, corte interna, giardino e terrazzamenti per esporre opere all’aperto. Altri particolari? Beh, aguzzate la vista, sennò la fotogallery che ce la mettiamo a fare?

Quello che di certo non manca l’architetto statunitense è l’ambizione: dopo aver parlato di “concezione vinciana” dello spazio (e la cosa era abbastanza didascalica), ha lasciato ad intendere che il suo gioiello intende rivaleggiare con il Guggenheim di New York. Cosa non si fa, per dare una mano alla Signora Moratti impegnata in una complicatissima campagna elettorale…

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Redazione

Redazione

Artribune è una piattaforma di contenuti e servizi dedicata all’arte e alla cultura contemporanea, nata nel 2011 grazie all’esperienza decennale nel campo dell’editoria, del giornalismo e delle nuove tecnologie.

Scopri di più