Lei si chiama Torre di Porta Nuova ed è un nuovo spazio culturale. Dentro all’Arsenale di Venezia (sì, quello dove si fa la Biennale)

Il progetto, se lo guardiamo dall’alto, si inscrive all’interno della devoluzione di beni che il demanio sta via via facendo, in varie città del paese, a favore dei comuni. I patti sono chiari: io Governo vi tolgo l’Ici e non vi do più il becco di un quattrino, ma in cambio vi cedo la proprietà […]

Il progetto, se lo guardiamo dall’alto, si inscrive all’interno della devoluzione di beni che il demanio sta via via facendo, in varie città del paese, a favore dei comuni. I patti sono chiari: io Governo vi tolgo l’Ici e non vi do più il becco di un quattrino, ma in cambio vi cedo la proprietà di una serie di beni demaniali che voi, Comuni, potete valorizzare se siete in gamba.
Tra le altre cose al Comune di Venezia, capitanato da Giorgio Orsoni, è toccata tutta l’area dell’Arsenale Nord e, all’interno di questo, la Torre di Porta Nuova all’entrata dei Bacini dell’Arsenale stesso. Due anni di lavoro hanno portato al completo recupero della struttura che ora è destinata a divenire sede di comunicazione e rappresentanza per tutti gli enti che a vario titolo hanno “interessi” nell’area dell’Arsenale. A partire dalla Fondazione Biennale di Venezia, naturalmente.

Pensata nell’Ottocento come struttura per alberare i vascelli, la Torre sarà anche centro di accoglienza e di studi e avrà a disposizione anche degli ambienti espositivi. L’Arsenale di Venezia, uno dei più formidabili appezzamenti di archeologia industriale al mondo, pian piano riqualifica i suoi spazi e li consegna all’innovazione, ai servizi avanzati, alla cultura, all’arte. Ci si augura che i lavori procedano più speditamente per recuperare i tanti spazi ancora abbandonati.

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Redazione

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