Thinking the Unthinkable, il nuovo progetto di Donato Piccolo

Una serie di nuove opere indaga il rapporto tra esseri umani e macchine, tra pensiero naturale e mente artificiale. Dopo una prima tappa a San Pietroburgo, il progetto di Donato Piccolo parte per un tour mondiale. Ecco le prossime tappe

Partendo da una riflessione sull’intelligenza artificiale, Donato Piccolo ha dato vita a una nuova serie di opere che indagano il rapporto tra artificio e natura.
 L’artista gioca con le tecnologie usando uno spiccato senso dell’ironia che diventa un metodo per interrogare l’evidenza, demistificare la tecnologia, testare i confini del pensabile e produrre quell’incertezza utile a rivelare contraddizioni e paradossi. Un insieme di sculture cinetiche fatte di protesi, oggetti e meccanismi celibi fanno parte di un unico “corpus” dinamico, smembrato e vagante tra i confini di arte e scienza; un corpo artificiale che ci osserva e ci parla, raccontandoci un mondo a testa in giù, dove le cose assumono significati diversi a seconda della prospettiva da cui le si guarda: “Tutto quello che non riusciamo a capire è dentro il nostro cervello / Tutto quello che non riusciamo a vedere è dentro i nostri occhi / Tutto quello che non riusciamo ad immaginare è il nostro futuro”, recita uno degli automi in mostra.

LE PROSSIME TAPPE DELLA MOSTRA

Thinking the Unthinkable, dopo essere stato esposto presso lo Youth Education Center of The State Hermitage Museum di San Pietroburgo, viaggerà alla volta di New York: il prossimo 7 dicembre sarà al Media Center in occasione del Cyfest e poi nel 2018 tornerà in Europa per due tappe, una al Maxxi di Roma per il Media Art Festival e poi a Dundee, nel Regno Unito, per il NeON Festival.
Il progetto, curato da Isabella Indolfi, è nato grazie alla collaborazione di diverse realtà russe, tra cui il prestigioso North-Western Branch of the National Centre for Contemporary Arts – ROSIZO – museo e centro di produzione dell’arte contemporanea supportato dal Ministero della Cultura della Federazione Russa – e il Cyland Media Art Lab, organizzatore del più importante festival russo di arte e tecnologia. Fondamentale è stato anche il contributo della Galleria Mario Mazzoli, che da anni segue la ricerca di Donato Piccolo.

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Redazione

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