Introduzione all’arte della performance. Il video della Tate

Può una scultura diventare performance? E una fotografia? Un breve video-saggio pubblicato dalla Tate di Londra racconta le origini di questa pratica artistica e spiega come oggi la componente performativa sia un elemento onnipresente

Una vastissima parte dell’arte di oggi contiene una componente performativa, anche quando non sembra. È questa la tesi alla base del video An Introduction to Performance Art, prodotto dalla Tate di Londra. Partendo dall’opera dell’artista anglo-pakistano Rasheed Araeen, una serie di strutture cubiche minimali che possono essere spostate e riassemblate dagli spettatori come fossero giganteschi mattoncini Lego, il filmato passa poi in rassegna numerosi esempi di performance art, dalla sua nascita, negli Anni Sessanta, ai giorni nostri. Passando per l’opera di pionieri come Joseph Beuys, Yoko Ono ed Yves Klein, personalità differenti ma accomunate da un intento: la volontà di costruire di una nuova cultura artistica, un movimento capace di abbattere i confini tra le diverse discipline e di sottrarsi alle logiche spesso castranti del mercato.
La rassegna si conclude con il progetto Flux-Olympiad di George Maciunas: un’opera che l’artista lituano, capofila del movimento Fluxus, aveva progettato ma mai realizzato. Seguendo le sue istruzioni però, l’opera è stata finalmente messa in scena a Londra nel 2008 negli spazi monumentali della Turbine Hall.

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Valentina Tanni

Valentina Tanni

Valentina Tanni è storica dell’arte, curatrice e docente; la sua ricerca è incentrata sul rapporto tra arte e tecnologia, con particolare attenzione alle culture del web. Insegna Digital Art al Politecnico di Milano e Culture Digitali alla Naba – Nuova…

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